Davide Fontana – l’uomo che tra il 10 e l’11 gennaio 2022 uccise la 26enne Carol Maltesi e che per questo è stato condannato a 30 anni di carcere (il caso è raccontato nel libro “Sulla tua pelle”, Andrea Tortelli, Giunti editore – è stato ammesso alle procedure della cosiddetta giustizia riparativa. La domanda, presentata il 15 settembre dal legale Stefano Paloschi, è stata accolta dalla corte d’Assise di Busto Arsizio. Si tratta del primo caso di applicazione in Italia, secondo quanto riferisce l’Ansa.
In buona sostanza, l’istituto della giustizia riparativa – introdotto nel sistema penale con la riforma Cartabia – prevede un percorso che consente alla vittima di reato di partecipare su base volontaria a un programma che – con l’aiuto di un mediatore – porti alla “risoluzione delle questioni derivanti dal reato”. Tale iter è ancora da definire e può essere sia simbolico (scuse, impegni formali etc) sia materiale (come il risarcimento del danno, che attualmente però Fontana non sembra in grado di rifondere) e – in caso di ok del giudice e consenso degli stessi – potrebbe portare anche a un incontro con i familiari della vittima. Ma – va precisato – la giustizia riparativa non è alternativa all’iter penale, né incide sul piano civilistico.
LE MOTIVAZIONI DELLA DECISIONE
Secondo l’ordinanza del giudice – riferisce il Corriere – “l’imputato ha manifestato sin dalla fase delle indagini preliminari la seria, spontanea ed effettiva volontà di riparare alle conseguenze del reato, tanto da aver chiesto scusa ai familiari della vittima sin dalla prima udienza dibattimentale”. Inoltre “lo svolgimento di un programma di giustizia riparativa da parte del Fontana non comporta alcun pericolo concreto per l’accertamento dei fatti, già giudicati in primo grado, come del resto riconosciuto da tutte le parti”, né c’è “un pericolo concreto per gli interessati, pur tenuto conto della presenza di un minore di circa sette anni”. Da qui la decisione di inviare il caso “al Centro per la Giustizia Riparativa e la Mediazione Penale del Comune di Milano perché verifichi la fattibilità di un programma di giustizia riparativa, mandando agli operatori del centro la valutazione della fattibilità in concreto di un programma anche con vittima cosiddetta aspecifica, con prevedibile esclusione, in concreto, di un pericolo per le persone offese”.
LA SENTENZA DI CONDANNA A FONTANA IN SINTESI
Fontana, lo ricordiamo, è stato condannato a 30 anni, con la concessione delle attenuanti generiche (nonostante per oltre due mesi l’assassino abbia cercato in ogni modo di disfarsi del corpo, ingannando familiari e amici) e la non applicabilità delle aggravanti della premeditazione, della crudeltà (nonostante il corpo sia stato scarnificato, fatto a pezzi, congelato e bruciato) e dei motivi abietti e futili. In concreto l’ex bancario, tra una quindicina d’anni, potrebbe già usufruire dei primi permessi per uscire dal carcere.
INDAGINE SU CAROL MALTESI: IL RUOLO DI BSNEWS
BsNews.it, lo ricordiamo, aveva svolto un ruolo decisivo per arrivare alla verità su Carol Maltesi. Il direttore Tortelli, infatti, era stato il primo a identificare il cadavere, presentandosi dai Carabinieri e contribuendo così a incastrare Fontana (la storia è raccontata nel libro “Sulla tua pelle”, pubblicato da Giunti).
CASO CAROL MALTESI, L’INDAGINE DI BSNEWS NEL MONDO
Investigation into Carol Maltesi, BsNews on Telegraph and German television: who talked about us