Davide Fontana – l’uomo che tra il 10 e l’11 gennaio 2022 uccise la 26enne Carol Maltesi e che per questo è stato condannato a 30 anni di carcere – ha chiesto di poter accedere alle procedure della cosiddetta “giustizia riparativa”.
La domanda, stando a quanto si apprende, è stata presentata lo scorso 15 settembre, tramite il legale bresciano Stefano Paloschi. E ha già trovato l’opposizione del pm e dei legali della vittima.
In buona sostanza, questo istituto – introdotto nel sistema penale con la riforma Cartabia – prevede un percorso che consente alla vittima di reato di partecipare su base volontaria a un programma che – con l’aiuto di un mediatore – porti alla “risoluzione delle questioni derivanti dal reato”. Tale percorso è ancora da definire e può essere sia simbolico (scuse, impegni formali etc) sia materiale (come il risarcimento del danno, che attualmente però Fontana non sembra in grado di rifondere) e – in caso di ok del giudice e consenso degli stessi – potrebbe portare anche a un incontro con i familiari della vittima.
Fontana, lo ricordiamo, è stato condannato a 30 anni, con la concessione delle attenuanti generiche (nonostante per oltre due mesi l’assassino abbia cercato in ogni modo di disfarsi del corpo, ingannando familiari e amici) e la non applicabilità delle aggravanti della premeditazione, della crudeltà (nonostante il corpo sia stato scarnificato, fatto a pezzi, congelato e bruciato) e dei motivi abietti e futili. In concreto l’ex bancario, tra una quindicina d’anni, potrebbe già usufruire dei primi permessi per uscire dal carcere.
INDAGINE SU CAROL MALTESI: IL RUOLO DI BSNEWS
BsNews.it, lo ricordiamo, aveva svolto un ruolo decisivo per arrivare alla verità su Carol Maltesi. Il direttore Tortelli, infatti, era stato il primo a identificare il cadavere, presentandosi dai Carabinieri e contribuendo così a incastrare Fontana (la storia è raccontata nel libro “Sulla tua pelle”, pubblicato da Giunti).
CASO CAROL MALTESI, L’INDAGINE DI BSNEWS NEL MONDO
Investigation into Carol Maltesi, BsNews on Telegraph and German television: who talked about us