L’Appello ha cambiato radicalmente il quadro rispetto al processo di primo grado per la morte della 41enne Paola Repetto, avvenuta nell’ottobre del 2020 a causa di un tumore che – secondo l’accusa – sarebbe stato “curato” con modalità quanto meno discutibili dal responsabile di un centro olistico in Liguria e da un medico bresciano (dipendente dell’ospedale di Manerbio) a lui vicino.
Il cosiddetto “santone”, oggi, è stato assolto in Appello perché “il fatto non sussiste”. Mentre la pena del medico è stata ridotta a 1 anno e 4 mesi, con la conferma dell’assoluzione per la psicologa coinvolta. La Procura aveva chiesto per i due uomini pene molto più pesanti (16 anni per il “santone” e 14 per il medico) accusandoli di omicidio volontario.
In primo grado i due erano stati condannati a tre anni e quattro mesi, con rito abbreviato, per omicidio colposo.
La donna morì nell’ottobre del 2020 all’ospedale San Martino di Genova, dove era arrivata in condizioni disperate. La 41enne aveva un melanoma e si era affidata ai due, che – secondo quanto ricostruito dall’accusa – le avrebbero asportato un neo della schiena senza anestesia (e senza successivi esami) su un tavolo del centro, e l’avrebbero poi curata con tisane e meditazione.