Un hacker in azione per osservare dall’interno l’andamento dei bandi e inserirsi all’ultimo con l’offerta migliore? Macché. Tutto inventato per truffare il “truffatore” del “sistema”. A sostenerlo sarebbe stato l’avvocato di due dei quattro accusati – a vario titolo – di far parte di un sodalizio criminale che non avrebbe esitato a corrompere per truccare l’esito dei bandi di E-Distribuzione.
Stando a quanto riferito dal legale del presunto hacker (in carcere a Vasto) e di uno dei due fratelli arrestati (che si trova a San Vittore), infatti, le intrusioni al sistema informatico della società non sarebbero provate. Anzi: non sarebbero mai avvenute, perché in realtà si sarebbe trattato “solo” di una truffa in famiglia. In buona sostanza, secondo la versione di parte, i due avrebbero convinto l’altro arrestato (l’imprenditore bergamasco accusato di essere al centro della corruzione) di potersi inserire nel sistema di E-Distribuzione al fine esclusivo spillargli denaro. Un raggiro che avrebbe fruttato ben 90mila euro.
Gli altri due arrestati (compreso il dirigente di E-Distribuzione), invece, si sono avvalsi ieri della facoltà di non rispondere.