Ergastolo confermato per Giacomo Bozzoli. E’ questa la sentenza pronunciata poco fa dalla Corte d’assise d’appello di Brescia a carico del 38enne, già condannato in primo grado all’ergastolo per aver ucciso lo zio Mario Bozzoli – di cui era socio – con l’aggravante della premeditazione e della distruzione del cadavere, che sarebbe avvenuta nel forno fusorio dell’azienda di famiglia, a Marcheno, l’8 ottobre del 2015. Un delitto che sarebbe stato compiuto con la complicità di alcuni dipendenti, tra cui Giuseppe Ghirardini, trovato morto – avvelenato da una capsula di cianuro – alcuni giorni dopo la sparizione di Mario nella località montana di Viso.
I giudici della Corte d’appello si sono riuniti in Camera di consiglio intorno alle 11 di stamane. Prima Giacomo Bozzoli aveva ribadito la propria innocenza (“Vi giuro su quello che ho più caro al mondo che sono innocente, non ho commesso nessun reato”). Mentre la pubblica accusa ha riaffermato la richiesta di ergastolo, parlando di undici elementi che inchioderebbero il 38enne a quanto accaduto.
Giacomo Bozzoli non era in aula alla lettura della sentenza. C’erano invece la moglie della vittima con i figli.