Il B-day, il giorno della bomba, è fissato. Sarà fatta brillare il 22 ottobre, infatti, l’ordigno della seconda guerra mondiale trovato qualche giorno fa allo scalo merci di Brescia, in via Vergnano. Un dispositivo di ben 500 libbre, con 100 chili di esplosivo, che ha provocato non pochi disagi alla circolazione ferroviaria. E che ora richiede – come ovvio – procedure di sicurezza molto elevate.
E’ quanto deciso ieri, in una riunione durata un paio d’ore, dal Tavolo tecnico convocato in Prefettura alla presenza di tutte le parti coinvolte, tra cui gli Artificieri dell’Esercito.
A differenza di quanto inizialmente ipotizzato (“La bomba non può essere spostata, quindi deve essere fatta brillare in loco”, aveva spiegato il prefetto a Bresciaoggi), la bomba non sarà fatta scoppiare dove si trova ora, ma – secondo prassi – in una cava. Forse nella Mascarini di Calcinato, dove già era stata condotta un’operazione simile nel 2017. In questa opzione saranno evacuate tutte le persone che si trovano in un raggio di qualche centinaio di metri dal luogo dell’esplosione. Inoltre, durante le procedure di disinnesco, a Brescia saranno temporaneamente chiusi lo spazio aereo, la circolazione ferroviaria e quella stradale nei dintorni. L’elenco delle strade interessate sarà diramato nei prossimi giorni.
Questa settimana, i militari procederanno alla caratterizzazione del sito del ritrovamento alla ricerca di nuovi ordigni, poi realizzeranno la camera di espansione per ridurre gli effetti di una eventuale esplosione. Una procedura che serve anche per ridurre l’impatto dell’evacuazione, che altrimenti sarebbe di 1,3 km, con circa 15mila persone fuori casa. Infine si procederà con il despolettamento per togliere il dispositivo d’innesco (l’operazione più delicata) e il successivo trasporto in cava per farla saltare.