Gianico, 20mila firme contro l’impianto di trattamento dell’amianto

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Sono passati 5 mesi dalla prima conferenza dei servizi  in Regione Lombardia per la valutazione del progetto di smaltimento di rifiuti d’amianto a Gianico. In quella sede sono state portate le posizioni nettamente contrarie degli amministratori locali e le osservazioni critiche degli Enti  che hanno partecipato. Abbiamo rilevato l’assenza della Provincia, chiamata in causa per le sue competenze in merito alla gestione dei rifiuti e all’impatto ambientale. A tuttora non ha assunto una posizione ufficiale.

 

La Regione aveva annunciato  che a breve si sarebbe svolto un sopralluogo di valutazione sul sito dove avrebbe dovuto sorgere l’impianto. "Abbiamo aspettato" scrive in una nota il comitato No Amianto Val Camonica. "Invece nulla e silenzio".

Il Comitato No amianto di Valle Camonica  nel frattempo  ha lavorato per informare i cittadini circa la pericolosità di questa proposta per la salute, per la salvaguardia dell’ambiente e per le ricadute negative sullo sviluppo turistico del territorio. "Il patrimonio  storico, culturale, ambientale della Valle Camonica va tutelato e difeso contro ogni operazione che  metta a rischio  il suo sviluppo e la sua valorizzazione" continua il comitato.

A Roma la discarica di Corcolle è stata bloccata per la presenza nelle  vìcinanze della preziosa Villa Adriana, sito Unesco. Chiediamo che in Valle Camonica l’impianto di trattamento dei rifiuti di amianto sia bloccato, anche per la presenza diffusa sul territorio di siti preistorici, dichiarati patrimonio dell’Unesco nel lontano 1979, primi in Italia.

 

La sensibilizzazione dei cittadini ha prodotto la raccolta di 20 mila  firme che chiedono

 

 ·       che venga fermato il progetto, sperimentale, primo in Europa,  di inertizzazione di rifiuti d’amianto, per la sua pericolosità  e i danni che causerebbe all’intero territorio.

·        che tutti gli amministratori, nelle loro competenze, agiscano per tutelare il territorio e i cittadini dall’assalto di interessi privati,  in palese contrasto con la salvaguardia  e la valorizzazione del territorio della Valle Camonica.

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