▼ Don Fabio trasferito, un’altra tempesta di critiche sul vescovo

La Diocesi non ha rilasciato dichiarazioni su quanto accaduto. Mentre il sacerdote (noto per il suo impegno sui temi della pace, della solidarietà, del dialogo interreligioso e della vicinanza agli ultimi), nelle scorse ore, ha pubblicato un messaggio su Facebook per ribadire l'impegno per i valori della Chiesa che da sempre persegue

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Don Fabio Corazzina prega in tenuta da ciclista nel 2014, foto da Facebook

Infiammano sul web e sui social le polemiche per il trasferimento di don Fabio Corazzina, che da agosto lascerà la parrocchia di Fiumicello per quella di Camignone (Passirano), di cui però non sarà parroco ma semplice aiutante.

Una decisione – secondo la versione ufficiale – concordata tra il sacerdote e vescovo. Ma sono in molti a ritenerla la diretta conseguenza delle polemiche di qualche mese fa, quando don Corazzina venne richiamato pubblicamente per aver celebrato messa in tenuta da ciclista alla manifestazione Per… corri la pace delle Acli (11 marzo, in Sicilia).

IL SILENZIO DELLA DIOCESI E IL POST DI DON FABIO CORAZZINA

La Diocesi non ha rilasciato dichiarazioni su quanto accaduto. Mentre il sacerdote (noto per il suo impegno sui temi della pace, della solidarietà, del dialogo interreligioso e della vicinanza agli ultimi), nelle scorse ore, ha pubblicato un messaggio su Facebook per ribadire l’impegno per i valori della Chiesa che da sempre persegue. Lo riportiamo integralmente.

cara comunità

non sono fra voi ma sono con voi, lo sapete bene. Sto camminando nella città santa di Gerusalemme, in un pellegrinaggio organizzato da mesi con le acli regionali. Proprio oggi l’annuncio del mio incarico in una nuova esperienza di servizio alla chiesa, alle parrocchie e al bene comune sulla strada del Vangelo e nella linea della “Laudato sii” e della “Fratelli tutti” di papa Francesco.

Il Vangelo di questa domenica ci invita a “non avere paure, a parlare nella luce, ad annunciare dalle terrazze” chi e cosa? Semplicemente il Dio che ascolta, il Dio buono, il Dio della tenerezza, quel Dio che stiamo celebrando nell’eucarestia e che al di la di riti, delle lingue, delle forme e delle tradizioni ci porta al cuore di Gesù liberatore, di Gesù misericordioso, di Gesù che si inchina davanti a noi e ci lava i piedi, di Gesù che si spezza come pane per nutrirci e non farci mancare le forze per un cammino di speranza e servizio a questa umanità che ci ha affidato.

Vi abbraccio e ci si vede al ritorno, giovedì, per continuare il grest, per sistemare alcuni progetti avviati, per salutarci e dirci: grazie, Una gratitudine che diventa restituzione e fedeltà alla nostra vocazione.

don fabio

LE REAZIONI SUI SOCIAL

Sui social sono state centinaia le reazioni di sdegno per il trasferimento di don Corazzina e di solidarietà al sacerdote.

“Grazie Fabio, semplicemente grazie, di tutto”, ha scritto il consigliere dem Roberto Cammarata. Mentre il neoassessore in Loggia Camilla Bianchi si è spinta oltre: “A Brescia hai dato tanto, il tuo praticare l’esempio di Gesù che sta tra gli ultimi, che sta nella scomodità, che abbraccia i diversi, ha tracciato un percorso che ci ha visto impegnati in tante e tanti. Non hai paura dell’Umanità in tutte le sue contraddizioni, in tutte le sue incoerenze, le sfide educative non ti spaventano. Un giorno mi hai chiesto: quale visione ha la politica per questa città? Io ora mi chiedo: quale visione ha la chiesa per questa città?”. Dura anche Giulia Zambolin: “Forse sarò maliziosa nel cercare letture più profonde, ma quella del vescovo è una decisione che non arriva come un fulmine a ciel sereno; infatti è stata preceduta da molti segnali quali la richiesta di ammenda pubblica la scorsa estate e le sempre più aperte critiche da parte delle destre populiste cittadine, autoproclamatesi tutrici del vero cattolicesimo, nei confronti del sacerdote”, che conclude parlando di “anacronistico ed imposto esilio, un modo per silenziare una figura da sempre scomoda per gli ambienti del cattolicesimo conservatore, la cui influenza sembrerebbe acquisire sempre più potere presso la nostra diocesi. È preoccupante pensare che a Brescia venga allontanato uno dei punti di riferimento dei cattolici non oltranzisti, quasi a voler silenziare quella parte della società”. Luca Trentini di Sinistra Italiana, invece, sottolinea maliziosamente che “la Chiesa cattolica non pratica la democrazia e che da sempre è molto attenta agli spostamenti di potere. Che ora è a destra”.

Un mare di commenti di sostegno al sacerdote (le eccezioni sono pochissime) e di critica al vescovo insomma, a fronte di una decisione che – tanto più di fronte all’improvvido silenzio della Diocesi – lascia certamente spazio a interpretazioni non proprio all’insegna della conciliazione e del perdono.


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