▼ Del Bono contro Regione: rinnovo di Trenord non promette nulla di buono

"Il rinnovo decennale del contratto di servizio con Trenord costerà a Regione Lombardia 97,2 milioni di euro in più. Dove saranno reperite queste risorse?".

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Un treno di Trenord, foto d'archivio

“Il rinnovo decennale del contratto di servizio con Trenord costerà a Regione Lombardia 97,2 milioni di euro in più. Dove saranno reperite queste risorse?”.

Lo ha chiesto questa mattina, durante il question time in aula consiliare, Emilio Del Bono, vicepresidente del consiglio regionale e consigliere del Pd, in riferimento alla delibera regionale approvata lo scorso 15 maggio che contiene il piano economico finanziario e gli obiettivi del nuovo contratto di servizio con l’azienda regionale del trasporto ferroviario lombardo.

“Il nuovo piano, infatti, prevede un corrispettivo fisso di 542 milioni all’anno, a fronte dei 453 milioni impegnati nel 2022 e la differenza genera una maggiore spesa a carico del bilancio regionale che corrisponde appunto a 97,2 milioni – spiega Del Bono, illustrando il documento – dove vengono trovate queste risorse? La delibera risponde solo parzialmente e abbiamo dunque chiesto all’assessore Lucente come intenderà implementare le risorse per il trasporto pubblico, dal momento che le risorse nazionali, 30 milioni all’anno, non bastano e temiamo che per garantire il contratto con Trenord si vada a intaccare il fondo già assai fragile per il trasporto pubblico locale che non permette alle agenzie di garantire un servizio adeguato”.

“Apprezzo lo sforzo che l’assessore ha dimostrato nella risposta – prosegue Del Bono – ma la clamorosa fragilità di questo piano resta purtroppo sempre molto evidente, perché le risorse non ci sono e i numeri riportati dall’assessore Lucente non fanno che confermarlo, anzi, rivelano un ulteriore punto di debolezza: l’esplosione dei ricavi, che dai 350 milioni di euro del 2023 dovrà arrivare ai 644 del 2033, non potrà corrispondere al mero incremento dei passeggeri, ma richiederà anche un incredibile aumento delle tariffe che potrebbe aggirarsi intorno al 40% e che comunque non sarebbe ancora sufficiente”.

“Si tratta di una partita decisiva che impegnerà moltissimo la giunta lombarda nei prossimi anni, sul fronte interno, ma soprattutto in Europa, dove sarà necessario portare un piano di investimenti per il trasporto pubblico di cui qui non c’è ancora traccia – conclude l’esponente dem, secondo cui il rinnovo “non promette nulla di buono” – Dunque la nostra battaglia politica non si può fermare qui, perché questa è una delle sfide più impegnative che aspetta questa legislatura e che se non sarà ben gestita, non solo scatenerà contro la stessa amministrazione regionale la rivolta delle agenzie, ma anche e soprattutto quella dei pendolari che già da troppi anni subiscono i disagi di un trasporto pubblico lombardo poco efficiente”.


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