“Ho presentato interrogazione al Ministero dell’Ambiente per sapere per quale ragione non si è costituito parte civile nel processo che è partito nei giorni scorsi”. Così, in una nota, spiega il deputato dem Gian Antonio Girelli, commentando la notizia dell’assenza di Governo e Regione tra le parti civili del procedimento a carico di Wte, l’azienda accusata di aver smaltito illegalmente sostanze nocive nei terreni agricoli.
“Ricordo – ha continuato il parlamentare pd – che la Provincia di Brescia e molte associazioni ambientaliste lo hanno fatto e che il presunto danno ambientale riguarda in primis Regione e Stato, che hanno la competenza sui temi delle autorizzazioni ambientali.”
Ho chiesto al Ministro dell’Ambiente – ha concluso Girelli – di spiegare le ragioni di tale scelta che appaiono quanto meno discutibili.”
L’INTERROGAZIONE DEPOSITATA DA GIRELLI
Al Ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica
– Per sapere
– premesso che:
Il 6 Aprile 2023, dopo una lunga indagine che è iniziata nel 2018, si è aperto il processo, a carico dei
vertici aziendali della WTE proprietaria di diversi impianti in provincia di Brescia (Quinzano, Calcinato
e Calvisano), accusati di smaltimento illegale di decine di migliaia di tonnellate di fanghi da
depurazione sversati come “emendanti” sui terreni agricoli di 7 province lombarde e in altre tre
regioni italiane tra gennaio 2018 e agosto 2019;
tra gli indagati, spiccano i nomi dell’amministratore della società Giuseppe Giustacchini, e quello
dell’allora direttore dell’AIPO (Agenzia Interregionale per il Fiume Po), Ente strumentale delle Regioni
Lombardia, Emilia Romagna, Piemonte e Veneto costituita nel 2003 in attuazione dell’art. 89
del D.L. 112/1998, in sostituzione del disciolto Magistrato per il Po;
nel procedimento penale si sono costituiti parte civile Legambiente, Ambiente Futuro Lombardia
Provincia di Brescia, una decina di Comuni della zona interessate, oltre alla Provincia di Brescia, ma
non il ministero dell’Ambiente e la Regione Lombardia che sul tema hanno la competenza in
via concorrente e che da un eventuale provata frode sarebbero sicuramente parti lese nella vicenda;
Il 6 Aprile 2023, dopo una lunga indagine che è iniziata nel 2018, si è aperto il processo, a carico dei
vertici aziendali della WTE proprietaria di diversi impianti in provincia di Brescia (Quinzano, Calcinato
e Calvisano), accusati di smaltimento illegale di decine di migliaia di tonnellate di fanghi da
depurazione sversati come “emendanti” sui terreni agricoli di 7 province lombarde e in altre tre
regioni italiane tra gennaio 2018 e agosto 2019;
tra gli indagati, spiccano i nomi dell’amministratore della società Giuseppe Giustacchini, e quello
dell’allora direttore dell’AIPO (Agenzia Interregionale per il Fiume Po), Ente strumentale delle Regioni
Lombardia, Emilia Romagna, Piemonte e Veneto costituita nel 2003 in attuazione dell’art. 89
del D.L. 112/1998, in sostituzione del disciolto Magistrato per il Po;
nel procedimento penale si sono costituiti parte civile Legambiente, Ambiente Futuro Lombardia
Provincia di Brescia, una decina di Comuni della zona interessate, oltre alla Provincia di Brescia, ma
non il ministero dell’Ambiente e la Regione Lombardia che sul tema hanno la competenza in
via concorrente e che da un eventuale provata frode sarebbero sicuramente parti lese nella vicenda;
quali ragioni abbiano impedito quella che, a parere dell’interrogante, sarebbe una giustificata oltre
che opportuna, decisione di costituirsi parte civile nel procedimento sopra ricordato.
che opportuna, decisione di costituirsi parte civile nel procedimento sopra ricordato.
On. Gian Antonio Girelli