⚠️⚠️⚠️ CORONAVIRUS, come ci si contagia? La risposta dell’esperto

Giorgio Taglietti, ex dirigente Ats Brescia, cerca di fornire ai lettori una corretta e responsabile informazione su come avviene la trasmissione del COVID19

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Giorgio Taglietti

“A seguito delle innumerevoli richieste, pervenutemi da ogni parte d’Italia, penso sia doveroso fornire ai lettori una corretta e responsabile informazione su come avviene la trasmissione del COVID19”, a scriverlo è Giorgio Taglietti –  ex responsabile del Servizio di prevenzione e protezione dell’allora Asl (oggi Ats) di Brescia ed ex consigliere comunale in città – che nelle ultime settimane ha accompagnato BsNews.it sulla parte tecnica della vicenda Coronavirus, preparando anche una mini-guida sulle mascherine e ricevendo centinaia di mail con domande di chiarimento da tutta Italia.

Ora Taglietti ha voluto dare il suo contributo affrontando il tema del contagio, per togliere di mezzo bufale e consigli sbagliati. “Le informazioni che trovate di seguito – scrive l’esperto – sono riportate in centinaia di studi, pubblicazioni e testi che, a partire dalla fine degli anni 80, sono stati effettuati da studiosi, scienziati, organismi sanitari e ministeri della salute di tutto il mondo. Nei limiti delle mie conoscenze, ho cercato, pertanto, di farne una sintesi”.

PREMESSA

Come già sapete, per rischio biologico s’intende quello di contrarre una malattia infettiva, ossia una forma morbosa, determinata da un agente biologico capace di penetrare, moltiplicarsi e produrre effetti dannosi in un organismo vivente, e che successivamente è in grado di allontanarsi da esso e di penetrare in altri organismi.

Tra le malattie infettive si distinguono quelle molto diffusive, che hanno tendenza a propagarsi molto rapidamente tra la collettività e quelle poco diffusive che restano circoscritte di solito al soggetto colpito.

Con il termine contaminazione s’intende la presenza di microrganismi patogeni in una determinata area e il loro contatto con le superfici corporee.
La sola contaminazione non è sufficiente ad indurre uno stato d’infezione né una condizione di malattia.

Una volta avvenuta la contaminazione, per arrivare all’infezione è necessario che i germi superino l’ostacolo costituito dalla cute e dalle mucose, e penetrino nell’organismo.

L’infezione è la penetrazione degli agenti patogeni nell’organismo e richiede un tempo variabile fra le 8 e le 24 ore.

Lo stato di malattia segue l’infezione dopo un tempo variabile, che prende il nome di periodo d’incubazione.

Recenti evidenze fornite dallo European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC) sul periodo di incubazione del virus, delimitano il periodo tra 2 e 12 giorni, fino ad un massimo di 14 giorni.

Perché possa insorgere una malattia infettiva, devono concorrere una serie di fattori, alcuni propri dell’agente infettante, quali la virulenza e la carica infettante, altri propri dell’organismo ospite, come l’età, la costituzione e il sesso.

Infine altri fattori dipendono dalle condizioni esterne, come il clima e la situazione ambientale.

Quanto più virulenti saranno i microrganismi e quanto più cospicuo sarà il loro numero, tanto più facilmente essi avranno il sopravvento sulle difese immunitarie e daranno luogo al passaggio dallo stato d’infezione a quello di malattia.

CORONAVIRUS, SORGENTI D’INFEZIONE

Un contagio può avvenire o per TRASMISSIONE DIRETTA (passaggio dal soggetto malato, o portatore, all’individuo sano), o per TRASMISSIONE INDIRETTA tramite veicoli  costituiti da substrati inerti, quali aria, acqua, alimenti, oggetti di uso comune che vengano a contatto con il soggetto malato.

VIE DI PENETRAZIONE NELL’ORGANISMO

Le sorgenti di infezione sono costituite da ospiti umani attraverso i quali i microrganismi patogeni possono diffondersi. Dalla fonte di infezione il microrganismo può diffondersi ed infettare l’ospite attraverso varie modalità di penetrazione.

La via più frequente è costituita dalle mucose o dalla cute qualora presenti delle soluzioni di continuo.

GLI AEROSOL

Durante il processo infettivo nel corso di malattia da coronavirus, i microrganismi possono essere allontanati tramite le vie respiratorie mediante starnuti, colpi di tosse o il parlare.

La diffusione per via aerea rappresenta, pertanto, un importante veicolo di infezione per quelle forme morbose sostenute da microrganismi che colonizzano l’apparato respiratorio o che lo riconoscono sia come via di ingresso che di eliminazione.

Il materiale che si allontana sotto forma di aerosol attraverso le vie respiratorie, è costituito da una quantità, più o meno grande, di goccioline e gocce (droplet) di diametro variabile da frazioni di 1 micron fino a oltre 100 micron (ricordo che il micron equivale a 1 millesimo di mm).

Con ogni starnuto si eliminano in media 20.000 goccioline di diametro inferiore a 100 micron.  Con ogni colpo di tosse si allontanano da 10 a 100 goccioline bronchiali, di diametro nettamente inferiore alle precedenti. Con il parlare si liberano gocce di diametro superiore a 100 micron.

L’aerosol che si allontana con questi meccanismi è costituito anche da materiale mucoso

inglobante particelle solide, leucociti, residui epiteliali e cellule di sfaldamento.
Nel caso in cui l’aerosol provenga da soggetti colpiti da infezione delle prime vie aeree, esso contiene anche i relativi agenti patogeni.

Il destino di queste goccioline e gocce, e la loro capacità di agire come veicolo d’infezione, cambia in base alla loro dimensione, alla loro permanenza nell’aria e alle condizioni di temperatura, luce e umidità.

Le goccioline più piccole, di diametro inferiore a 100 micron, nell’aria vanno incontro in brevissimo tempo ad una rapida disidratazione: sono così destinate ad evaporare in un tempo inferiore ai 2-3 secondi, che è il tempo richiesto per raggiungere il terreno dalle goccioline emesse con uno starnuto, o da un colpo di tosse, da un individuo di altezza media e in posizione eretta.

I residui del materiale disciolto nelle goccioline sono in grado di rimanere in sospensione nell’aria come particelle, che prendono il nome di nuclei delle goccioline o “droplet-nuclei”.

A differenza delle goccioline, in cui erano contenuti, i droplet-nuclei rimangono nell’atmosfera per un tempo molto più lungo, per ore o addirittura per giorni, a causa del loro peso irrilevante sul quale la gravità agisce assai modestamente e prendono il nome di particelle aerogene primarie.

Trasportati dai movimenti dell’aria, si spostano a distanze ragguardevoli diffondendo il contagio per trasmissione indiretta, anche in ambienti diversi da quello della sorgente di emissione.

Le gocce con diametro superiore a 100 micron, hanno un rapporto superficie/volume più piccolo: questo fatto non permette una rapida evaporazione, pertanto le gocce più grandi cadono al suolo, oppure aderiscono alle superfici, o diventano parte della polvere ambientale.

Dette gocce, in rapporto alla spinta dinamica e alla gravità, compiono un tragitto di pochi metri e sedimentano al suolo nel giro di pochi secondi, dando luogo ad una contaminazione dell’aria di brevissima durata.
Se, però, durante questo percorso, vengono inalate da un individuo sano ricettivo, possono diffondere il contagio, che va considerato come avvenuto per trasmissione diretta, da malato a sano.

Altra modalità di trasmissione aerea è legata alla risopensione nell’aria delle polveri contaminate che derivano dalle grosse gocce sedimentate rapidamente al suolo o sulle superfici, e che possono essere rimesse in sospensione nell’aria da successive forze fisiche.

Queste polveri risospese prendono il nome di particelle aerogene secondarie e l’infezione che esse trasmettono dipende dalla notevole resistenza all’essiccamento degli agenti contaminanti.

Ricapitolando, la diffusione per via aerea del virus può attuarsi per:

1) trasmissione diretta tramite l’aria, dalla sorgente di infezione all’individuo sano e ricettivo, attraverso l’inalazione immediata di goccioline con diametro minore di 100 micron ancora umide.

2) trasmissione indiretta attraverso i “droplet-nuclei”, che consente una diffusione a distanza notevole e per diverso tempo anche in assenza della sorgente di infezione.

3) trasmissione diretta mediante inalazione immediata da parte di individui sani ricettivi, di gocce con diametro maggiore di 100 micron.

4) trasmissione indiretta mediante risospensione in aria di polveri contaminate derivate dall’essiccamento delle grosse gocce depositate sulle diverse superfici dell’ambiente in cui soggiorna la sorgente di infezione.

Per i due tipi di TRASMISSIONE DIRETTA, sia il CDC (Center for Disease Control) sia il Ministero della Salute, suggeriscono il rispetto di una distanza di 2 metri tra le persone.

COME EVITARE LA TRASMISSIONE DIRETTA

Come si vede da questa rapida disamina, per evitare sia la trasmissione diretta che quella indiretta, diventa di fondamentale importanza esporsi il meno possibile e quindi:

  • RESTARE A CASA,
  • lavarsi frequentemente le mani con acqua e sapone,
  • disinfettare le superfici di uso comune con disinfettanti a base di cloro o alcool,
  • non toccarsi con le mani contaminate (non ancora lavate) bocca, naso o occhi,
  • in cucina rispettare le buone pratiche igieniche ed evitare il contatto tra alimenti crudi e cotti.

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Ultimo aggiornamento il 23 Aprile 2024 18:50
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