Pakistano denuncia sparizione della figlia per obbligarla a sposarsi

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    Avrebbe forse potuto diventare uno dei tanti casi Hina Saleem di cui non sapremo mai nulla. Ma tutto si è risolto grazie all’intervento della questura di Brescia. Nei giorni scorsi, infatti, la polizia ha sventato il piano architettato da un 54enne pakistano per spedire la figlia nella terra d’origine e obbligarla a sposare l’uomo scelto per lei dalla famiglia invece del coetaneo indiano di cui è innamorata.

    Giovedì scorso, l’uomo si era recato in questura per denunciare lo strano episodio di cui era stata vittima figlia 11enne fuori da scuola (due uomini le si erano avvicinati consegnandole un cellulare e intimandole di non dir niente a nessuno). Poche ore più tardi, quindi, era tornato a San Polo per denunciare la scomparsa dell’altra figlia 20enne. Una coincidenza che non ha convinto gli agenti. Dalle successive indagini è emerso infatti che i due "sconosciuti" erano in realtà il fidanzatino indiano della 20enne e un fratello, intenzionati a far avere alla giovane un cellulare che sostituisse quello sequestratole dal padre (che aveva già promesso in sposa la figlia a un uomo nel Paese d’origine e dunque aveva cercato di allontanarla dallo spasimante). Inoltre la polizia ha scoperto che la 20enne in realtà era scappata di casa due giorni prima della denuncia del padre e che, con l’indiano, si era subito recata con il fidanzato dal sindaco di Mairano per chiedere di potersi sposare.

    Messo alle strette, quindi, il padre della giovane – denunciato per calunnia – ha ammesso che il suo era soltanto un piano per ritrovare la figlia e portarla con sé in Pakistan (la partenza di tutta la famiglia era già fissata per il 28) in modo da darla in sposa allo sconosciuto scelto per lei. Una situazione non nuova alla comunità pakistana, in cui sempre più di frequente si verificano casi di figlie che – spesso rischiando la vita – decidono di ribellarsi all’autorità dei genitori e ai loro costumi tribali.

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