▼ Torbiere del Sebino, un mondo con 77 specie di uccelli e 489 di piante

I pesci siluro rimangono un problema: solo nel 2023 sono stati catturati in lama ben 220 esemplari per un totale di 1502 chili

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foto da ufficio stampa

Si è svolta lunedì 17 giugno, dalle 20, al Centro accoglienza visitatori della Riserva delle Torbiere del Sebino la presentazione dei risultati ottenuti con i monitoraggi eseguiti dai membri del Comitato Tecnico Scientifico della Riserva.

Nel presentare la serata Flavio Bonardi, Presidente dell’Ente, ha ricordato “come le azioni di monitoraggio sono fondamentali per avere una conoscenza precisa delle condizioni ambientali dell’area protetta, per valutare azioni sperimentali di gestione e programmare futuri interventi di conservazione della biodiversità”. Di seguito riportiamo una sintesi delle relazioni degli esperti.

Foto da Torbiere del Sebino

TORBIERE DEL SEBINO, I PESCI

Il primo intervento, svolto da Gaetano Gentili, esperto ittiologo, ha messo in evidenza l’importanza degli ambienti acquatici e della fauna ittica. I temi trattati sono stati gli interventi realizzati a sostegno delle specie autoctone e alla conoscenza dell’ambiente acquatico della Riserva.

Grazie ai contributi ottenuti dagli obblighi ittiogenici del consorzio dell’oglio, con la quale è stata avviata una sinergia per la condivisione di intenti volti ad una migliore gestione dei livelli idrici, sono stati realizzati nel corso del 2023 interventi a sostegno della riproduzione dei pesci litofili, tramite la realizzazione di letti di frega con posa di ghiaietto. Questa azione è importante per conservare in particolare le popolazioni di triotto, alborella e agone andando ad aumentare il substrato di ghiaia e ciottoli utili alla deposizione delle uova di questi pesci.

Parallelamente stanno continuando le azioni di controllo del pesce siluro. Regione Lombardia con un contributo su base triennale, concesso per avere maggior continuità nel tempo, ha finanziato azioni di elettropesca, sostegno ai pescatori professionisti tramite l’acquisto di reti, contributi ai sommozzatori per pesca subacquea, oltre che indagini ambientali ed azioni di comunicazione e divulgazione. Solo nel 2023 sono stati catturati in lama ben 220 esemplari per un totale di 1502 chili, dimostrando come la specie sia ancora ben acclimatata e presente.

Conclude la relazione ittiologica un importante strumento per la conoscenza dell’ambiente acquatico della Riserva, la realizzazione della batimetria della Lama. Questo studio permette di avere una maggior conoscenza dell’ambiente acquatico e sarà la base per le future indagini che verranno realizzate.

TORBIERE DEL SEBINO, GLI UCCELLI

Successivamente Paolo Trotti, esperto ornitologo, ha evidenziato l’importanza della Riserva per l’avifauna acquatica, confermando come la Riserva resti una delle zone di nidificazione più importanti della provincia di Brescia per la sopravvivenza di specie come la sgarza ciuffetto, l’airone rosso e il falco di palude.

Il 2023 è stato caratterizzato dalla nidificazione del marangone minore, specie che sta ampliando il suo areale, e dal beccamoschino, piccolo passeriforme che si era estinto in Riserva negli anni 80.

Sono in aumento le specie cormorano, nitticora e airone guardabuoi, ed è una buona notizia la costituzione di una nuova garzaia a 300 metri da quella esistente. Le garzaie della Riserva sono plurispecifiche, cioè sono luogo di nidificazione di più specie diverse.

In totale sono 77 le specie nidificanti in Riserva, di cui 27 sono uccelli acquatico-palustri. Si sottolinea l’importanza del canneto allagato per la sopravvivenza di molte specie la cui conservazione è prioritaria per la Riserva. Il “ringiovanimento della Riserva” tramite lo scavo e l’asportazione del canneto, è un’azione da continuare a perseguire, così come garantire il mantenimento del più alto livello idrometrico possibile della lama.

TORBIERE DEL SEBINO, LE PIANTE

La serata è continuata con Glauco Patera, esperto botanico, che ha mostrato i risultati degli interventi di scavo e ripristino della vegetazione palustre eseguiti nel 2023. La flora della Riserva si conferma di eccezionale livello con la presenza di 489 taxa confermati di cui 33 specie protette. Di grande valore scientifico la riconferma della presenza in Riserva di Ludwigia palustris specie palustre molto rara ed in declino a livello nazionale, la cui ultima segnalazione risale a 30 anni fa. Negli ultimi tre anni è stato condotto uno studio, riassunto poi in una tesi di laurea, sulla macrofite acquatica della Riserva, che ha portato alla segnalazione di ben 5 specie per la Riserva e 3 per il lago d’Iseo. I lavori di scavo lungo il percorso nord hanno permesso la reintroduzione di 5 specie e il rinforzo di altre 9, tramite la messa a dimora di quasi 4.000 piante erbacee palustri. La fioritura di Butomus umbellatus e Jacobea paludosa sono chiari indicatori della buona realizzazione degli interventi, in concomitanza con la stagione particolarmente piovosa che ha sicuramente aiutato. In merito agli habitat comunitari, previsti dalla normativa europea, è certamente da segnalare il rinvenimento all’interno del canale ripristinato di Ranunculus trichophyllus e Callitriche, queste specie sono rappresentative dell’habitat 3260 fossi con acque a lento scorrimento, nuovo habitat per la Riserva.

A conclusione degli interventi Nicola Della Torre, direttore dell’Ente, ha sottolineato come l’importanza dei volontari e di tutte quelle persone che gratuitamente prestano aiuto alla Riserva, è fondamentale per la riuscita di particolari progetti di ripristino ambientale. In particolare il progetto CLADIUM verrà presentato al 7^ congresso europeo di biologia della conservazione a dimostrazione di come il coinvolgimento della popolazione locale possa essere una determinante fondamentale nella conservazione di quello che è l’habitat più importante della Riserva.

Le relazioni complete possono essere scaricate nei prossimi giorni dal sito internet della Riserva (www.torbieresebino.it)

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