di Elio Marniga* – Trovo molto comodo usare la bicicletta per gli spostamenti in città: bici + metro è poi l’ideale. Certo con il bel tempo à meglio; se poi hai a disposizione una bella e sicura pista ciclabile, come l’antica di via Marconi, pedali più volentieri perché più in sicurezza. Quella di via Marconi non è l’unica sulla quale pedalo: dal piazzale del Civile fino al Vivanti o, in senso opposto, fino alla stazione. Ce ne sono molte altre, belle e sicure, ma non portano alle mete che sono di mio interesse.
C’era anche un piccolo tratto di ciclo pedonale che collegava via Val di Fassa a via Garzetta; comodissima per raggiungere il mio barbiere a Mompiano ma anche l’omonima Valle; ben frequentata da cani per bene con i loro padroni per bene ma da oltre un anno non è usufruibile perché il grande prato, cui fa da sponda, è oggetto di grandi lavori per l’invaso che eviterà inondazioni nell’abitato. Purtroppo da mesi quei lavori sono fermi: dicono si sia trovato un ponte medievale e la Sovraintendenza, si sa, non si precipita a indicare una soluzione. Io aspetto, spero non troppo.
Finché gambe e testa funzioneranno continuerò ad usare le ciclabili, ma ce ne sono alcune che eviterò con attenzione: sono quelle che, come in via Milano, strada molto trafficata, vede la ripartizione della sede stradale in: marciapiede, parcheggio auto, ciclabile, corsia per transito veicoli. Non la userò perché molto pericolosa per i ciclisti. Certamente è stata tracciata secondo le regole del codice della strada ma non sarebbe più sicuro il ciclista che pedalasse tra marciapiede e vetture in sosta? C’è qualcuno che mi aiuta a capire la scelta fatta dai tecnici comunali? O a capire che la mia idea è totalmente sbagliata? In attesa cerco di pedalare dove corro meno pericoli e lo confesso, alcune volte, quel tracciato invisibile lo vedo sul marciapiede.
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