✴️ Campus Edilizia? Va tutelato il futuro della città | di Claudio Bragaglio *️⃣

"Se una Fondazione, che si regge sulla coprogettazione, vede presenti soggetti privati direttamente interessati alla edilizia come fa il Comune a non avvertire l’esigenza politica di tutelarsi?"

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Claudio Bragaglio, opinionista BsNews

di Claudio Bragaglio* – Mi auguro un chiarimento per evitare un’ulteriore frattura nel PD e nel Centro Sinistra in Loggia. La proposta di Campus Edilizia è stata zigzagante. Prima s’è parlato d’una condivisibile “Fondazione di partecipazione”, con un’impronta culturale. Nel Programma elettorale di Castelletti Sindaco vi era un solo cenno. Nel Documento approvato in Consiglio un salto in alto. Poi un ulteriore cambiamento con lo Statuto, oggi all’esame. Se, come dice l’Assessore Tiboni, Campus offrisse un contributo culturale non ci sarebbero problemi. Anzi. Ma irrisolti sono interrogativi importanti. Come mai Campus Edilizia passa da una “Fondazione di partecipazione” ad una Fondazione di Terzo Settore? Come mai soggetti economici di tipo profit, esclusi per legge dal Terzo Settore, adottano proprio una Fondazione di Terzo Settore? La differenza sta in una parola: “co-progettazione”, tra pubblico e privato. Come previsto dalla legge per quelle particolari realtà sociali e cooperative no profit.

Il capogruppo PD, Roberto Omodei, sostiene che la legge non prevede la coprogettazione in campo urbanistico. Vero e lo prendo in parola. Ma se una Fondazione, che si regge sulla coprogettazione, vede presenti soggetti privati direttamente interessati alla edilizia come fa il Comune a non avvertire l’esigenza politica di tutelarsi. Sia per l’oggi che per il domani. E se in futuro vincesse il Centro Destra di Rolfi? Tutelando gli stessi imprenditori, quelli corretti, che non vogliono confondersi con eventuali profittatori. Di cui è pieno il mondo e le cronache ogni giorno! Anche solo per un principio di cautela. L’emendamento Curcio è nient’altro che questo. Non ci si può limitare a dire solo che non è previsto, ma scrivendo – nel dubbio – ciò che va escluso, e cioè la coprogettazione dei Piani urbanistici. Superfluo? Meglio, ma ci si tutela per l’oggi ed il domani. La netta separazione tra gli interessi in campo fa parte della nostra storia migliore degli assessori all’urbanistica, da Bazoli con Benevolo a Gorlani, da Corsini a Venturini. Memori anche dello scandalo Giancatterina che mise in ginocchio la Giunta Trebeschi nel 1983. Una Loggia quindi che si confronta con tutti soggetti economici, ma pure sociali: Sindacati, Associazionismo, Quartieri…Ma con l’autonomia delle proprie decisioni, nell’interesse generale della città.

Ciò che mi preoccupa è anche il messaggio politico più generale che darebbe il Centro Sinistra nel respingere una proposta che esclude la coprogettazione tra Gruppi di interesse privato e Comune in campo urbanistico. Non mi interessano i legulei che con commi e controcommi fan ballare pure i sassi. E’ in gioco il profilo dell’autonomia politica della Loggia. Questo il punto. Quindi penso che in mezzo ad aggrovigliati interessi economico finanziari in campo urbanistico il segnale dell’autonomia debba essere chiaro e forte. Senza tanti “co-co” per la testa. Anche in Lombardia si sono già affacciati fenomeni inquietanti e noi non siam più l’oasi della vecchia Brescia. Quindi il muro della sicurezza va alzato anche a difesa della nostra migliore imprenditoria, perché sappiamo come sia la moneta cattiva a scacciare quella buona. E non il contrario. Con una Loggia autonoma, aperta al confronto con poteri forti, ma pure con quelli deboli. Magari anche con un deciso rafforzamento della propria strumentazione di elaborazione interna, oggi sguarnita all’urbanistica. Con l’augurio per una fruttuosa nonchè stabile permanenza alla nuova Dirigente, arch. Todeschini.

* Partito Democratico (direzione Lombardia)

** BsNews ospita opinioni di intellettuali, politici, imprenditori bresciani nell’ottica di alimentare il dibattito pubblico con pareri autorevoli: le opinioni espresse in questa rubrica non rappresentano la linea editoriale del sito, ma quella dei rispettivi autori.


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1 COMMENT

  1. Caro Bragaglio, sull’argomento ho già detto la mia, almeno su fb, ma la tua preoccupazione di evitare fratture nel Centro Sinistra, mi spinge ad altra riflessione che inizia dalla domanda: esiste una Sinistra politica a Brescia? Non intendo quella rivoluzionaria: le pance vuote a Brescia, come in tutta Italia, sono in netta minoranza e basta una spregiudicata brioche, comunque la si nomini, magari inzuppata in rosso passito, per acquietarla. So che sopravvive in città una sinistra leninista intenta, con molta santa pazienza di giovani volontari, a convertire la piccola borghesia alla rivoluzione proletaria mondiale: altera, non partecipa a nessuna discussione che non riguardi l’universo tutto; quindi è fuori campo. Non intendo neppure quella che sta dalla parte del cuore, pronta a soccorrere i bisognosi con amorevole carità; e ancor meno considero quella che alza cresta e voce, sventola il vessillo e poi si accascia soddisfatta sulla sedia al tavolo di regia, dopo che il copione è stato scritto da altri.
    No, intendo la Sinistra Riformista, quella che ha come obiettivo primario e quotidiano di spostare l’asse di equilibrio del potere sempre più verso coloro che potere non hanno: opera infinita. Perché si fa politica per conquistare potere anche se, nella prassi della democrazia, poi si è costretti a condividerlo.
    Esistesse, in questa occasione, Essa metterebbe in discussione ogni alleanza poiché l’argomento è di tale fondamentale importanza per la gestione di una Comunità da meritare anche uno stravolgimento delle alleanze.
    Però questo è il pensiero di un estremista di Centro.

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