Il giudice ha detto no agli arresti domiciliari. Resteranno in carcere, dunque, i due giovani di origine pakistana (ma uno è italiano) accusati di propagandare idee religiose estremistiche e l’attività di diversi gruppi terroristici.
I due giovani – entrambi residenti in via Milano – erano stati arrestati la scorsa settimana dalla Digos della Questura di Brescia per apologia di terrorismo. Nei messaggi che i due diffondevano, infatti, sarebbero stati presenti anche incitamenti alla lotta armata, affermazioni contro le donne (“devono essere schiave”), attacchi alla comunità omosessuale e a quella ebraica (con tanto di inneggiamento a Hitler).
Gli avvocati dei due – che per il momento non hanno risposto alle domande, limitandosi ad alcune dichiarazioni spontanee – avevano chiesto per i propri assistiti i domiciliari. Ma il gip ha rigettato l’istanza per il rischio di inquinamento delle prove e reiterazione del reato.