Si è conclusa per il meglio, pur avendo creato sdegno e scalpore sui social e a livello nazionale, la vicenda che ha visto protagonisti Carlo Antonini e la moglie Valentina Epis, residenti a Sarezzo.
Tutto avrebbe avuto inizio nel 2021 quando Carlo, malato di Sla (sclerosi laterale amiotrofica), era stato ricoverato per una tracheotomia al Centro clinico Nemo per le malattie neuromuscolari dell’ospedale Niguarda di Milano. Durante la permanenza in ospedale il 58enne era stato assistito 24 ore su 24 dalla moglie Valentina così come accade anche a casa. Fatti documentati da un certificato rilasciato dalla stessa struttura sanitaria.
A dispetto di quanto in diritto di Carlo, però, l’INPS avrebbe inviato al suo indirizzo una lettera nella quale rivendicava il rimborso di parte del contributo erogato per l’accompagnamento. Nella missiva si legge: «Da settembre 2021 a novembre 2021 l’Inps ha corrisposto un pagamento superiore a quanto dovuto, per un importo lordo complessivo di 1.096,41 euro. Tale importo sarà recuperato attraverso una trattenuta, per 24 rate mensili, sulle pensioni in godimento, a partire dalla prima rata utile e fino a estinzione del debito».
Dopo aver reso pubblica sui social network la lettera, ricevendo la solidarietà di molti, Carlo Antonini è stato contattato da Giovanni Gravilli, presidente dell’associazione «I nodi d’amore», oltre che referente parlamentare per le tematiche sulla disabilità, che si è interessato all’incresciosa vicenda e così l’INPS ha fatto dietrofront: come spiega lo stesso Antonini sempre sui social, la richiesta è stata annullata.
, era stato ricoverato per una tracheotomia al Centro clinico Nemo){kind=link}