Continua lo scontro sulla collocazione del Bigio – il colosso di Dazzi battezzato originariamente l’Era Fascista – che da decenni giace nei magazzini del Comune di Brescia.
Come noto, nei giorni scorsi, il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi ha sollecitato il ritorno della statua in piazza Vittoria. E le minoranze di centrodestra gli han dato man forte. Per tutta risposta il centrosinistra – per una volta compatto – ha diffuso ieri una nota per dire che il Bigio non tornerà “mai” in quella piazza e rilanciato la strada della soluzione museale.
Ora il ministero – con una lettera che Sgarbi farà spedire lunedì, secondo quanto riferisce Bresciaoggi – chiederà ufficialmente al Comune di convocare una commissione per decidere le sorti della statua, indicando come “arbitro” il soprintendente Luca Rinaldi (da sempre schierato per il ritorno in piazza).
E sullo sfondo si profila una guerra che prima o poi potrebbe arrivare anche alle carte bollate per la mancata valorizzazione (ritorno in piazza o musealizzazione che sia) di un bene artistico su cui, comunque, non manca l’interesse. Già in passato il presidente del Vittoriale Giordano Bruno Guerri aveva chiesto (inutilmente) il Bigio alla Loggia: in assenza di soluzioni definite sarebbe difficile dire di no – tanto più con la spada di Damocle della Corte dei conti – se qualcuno arrivasse a offrire somme significative per il “noleggio” della statua.