✻ Grandi erano gli amori napoleonici, ma le giovani di Bagolino… | DAL GRUPPO G9

Passata l’ondata napoleonica, arriva a Brescia l’onda lunga della Restaurazione. La città aveva goduto di illustri innamorati...

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Foto simbolica da Pixabay

di MARIO BALDOLI* Passata l’ondata napoleonica, arriva a Brescia l’onda lunga della Restaurazione. La città aveva goduto di illustri innamorati: Stendhal: Brescia è la città delle belle donne, il paese dei begli occhi. Cui segue il nome delle fascinose, che lui, aiutante di campo di un generale ha conosciuto (o solo visto) nei palazzi più ricchi della città giacobina.

Per orientare il lettore, meglio visitare per prima Paola Calini che abita in casa Calini alla pace a porta Milano, e concludere con la splendida Francesca (Fanny) Lechi in Gherardi, gli occhi più belli, la prima donna a Brescia a indossare abiti di foggia repubblicana: una cristallizzazione (il termine preferito da Stendhal per descrivere l’amore) che potremmo tradurre come “un ramo di gemme”. Naturalmente Stendhal celebrò anche l’amenità dei dintorni, i portici (un elemento che colpiva tutti gli stranieri), i luoghi d’incontro, la bellezza del teatro Grande, che ha preso il suo nome in onore di Stendhal. Che poi, frequentando un nostro bordello si sia preso la sifilide, è una cosa che capita. Oltre che al suo Journal è di gradevolissima lettura Brescia nell’opera di Stendhal di Dino Alberti, ed. Arzaghetto 2001.

C’è anche l’opinione contraria: un soldato arrivato a Brescia con Napoleone la pensa diverso: Gli abitanti di questa città e dei dintorni hanno il privilegio di portare il pugnale, così ogni anno il numero degli assassinati di questa città ammonta a 400, 500, ovvero 600 persone e lo scrive nelle sue Memorie di un giovane militare savoiardo dal 1793 al 1800, Chambéry 1930.

Più noto è l’amore di Foscolo e Marzia Martinengo (deliziose e nostalgiche le sue Lettere d’amore, ed. Newton 2008), numerose, che lui chiedeva a Marzia di distruggere e lei conservò, ricordo d’affetto chiuso in un mobile nella sua stanza da letto e lascito di bellezza per noi, a invidiare le loro passeggiate sopra le mura in parte spianate. I Sepolcri stampati a Brescia, la forza dei ricordi.

La Restaurazione che cancella la secolare Repubblica di Venezia ferisce anche il conservatore, monarchico, cattolico Francois-René de Chateaubriand: L’Autriche est venue: elle a remis son manteau de plomb sur les Italiens: elle les a forcé à regagner leur cercueil… Venise dans sa mer s’est affaissée en embellissant le ciel de son dernier sourire: elle s’est couchée charmant, dans ses flots, comme un astre qui ne doit plus se lever. Utile la lettura di Ennio Francia, Chateaubriand, Morcelliana 1958.

Con la Restaurazione e il dominio degli Austriaci, arriva a Brescia il medico Wilhelm Menis, forse d’origine slava, intelligente, acuto, appassionato. Il suo Saggio di topografia statistico-medica della provincia di Brescia, due volumetti del 1837 (ristampa anagrafica Asm 1978) danno un quadro completo della nostra provincia: il terreno, l’acqua, il clima, la demografia, gli ospedali, gli esposti nel primo volume. Il secondo è dedicato soprattutto al colera.

Com’eravamo intorno al 1830? Scrive il dottore: Il bresciano ha tratti caratteristici che lo distinguono dagli altri lombardi: Un fisico vantaggiosamente conformato, una statura media, un portamento disinvolto, un colorito sano e vivace, che tiene al bruno roseo, capelli neri o castagni oscuri, occhio vivace e spiritoso, faccia oblunga col naso profilato, un discorso pronto, una lingua scorrevole con parole tronche, un fare schietto, mente svegliata, sentimenti leali.

Ma l’uso del coltello, generalmente notato? Io posso al certo affermare che questo è un popolo della miglior indole e che facilmente si piega alla voce della ragione e all’impulso dell’onore. Di tempra eccitabilissima e mobile come il clima che abita, di carattere vivace e focoso s’irrita prontamente, né soffre urti e contrasti: ma con altrettanta facilità ritorna in sé, ed ascolta quelli che con calma gli parla. (…) La simulazione è bandita dal suo cuore; la franchezza e la lealtà dei suoi sentimenti spiccano in ogni atto, in ogni suo detto. Nel trattare sembra alcun poco ruvido, ma ciò dipende unicamente da un contegno un po’ troppo schietto e da un linguaggio poco flessibile ai modi studiati e leziosi (…) Solerte e laborioso per natura ed amante dell’economia, nulla trascura di quanto può valere a renderlo più prospero e felice. L’agricoltura, le arti, il commercio offrono alla sua industria un largo campo per poter agiatamente sussistere.

Naturalmente, nota il dottore, il temperamento sanguigno esalta la bellezza virile e l’italiana leggiadria, ma può tralignare in malattie dei polmoni, cuore e gastriche, febbri, infiammazioni, oltre all’eccesso sessuale: gli esposti sono uno su quattro nati, elevata la mortalità dei neonati entro l’anno, opera a volte dei genitori, l’eccesso di vino e liquori.

Ma, invecchiate le prime bellissime – Fanny purtroppo è morta – il lettore chiede dove frequentare quelle che ora sono le donne più belle. Sono le donne di Bagolino perché, dice Menis: conducendo una vita delle più laboriose, e facendo le veci degli animali da soma fra le balze e i dirupi di que’ monti, sanno conservarsi a lungo fresche e vivaci con un’ilarità che incanta. Chi visita quell’alpestre borgata fissa particolarmente la sua attenzione sul vago colorito, sull’elegante taglia del corpo, sulla robustezza e sulla giovialità di quelle fanciulle, le quali sanno rendersi più interessanti e singolari con la bizzarria del vestito, coll’intrecciamento dei capelli , e con certi canti di piacevole cadenza che fanno risuonare nel silenzio della notte (…) si direbbe che la natura ha voluto con particolar favore distinguere le donne bagolinesi, conformandole ad una tempra di corpo e di spirito che serva di tipo alla migliore costituzione femminile.

E gli appassionati del settore sanno dove andare.

*L’AUTORE DELL’ARTICOLO: MARIO BALDOLI

Mario Baldoli, laureato in filosofia, giornalista, direttore responsabile di “Tuttogarda” (2004-2005), periodico della Comunità del Garda. Dal 2009 è direttore della rivista online www.gruppo2009.it, e redattore della rivista “Atlante bresciano”. Due suoi saggi sono alla Library of Congress Washington.


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Ultimo aggiornamento il 5 Aprile 2024 00:53

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