Rischio frane, Legambiente: cementificio di Tavernola da chiudere

"La frana avrebbe effetti devastanti sulla popolazione di Montisola, di Tavernola e sull’eco-sistema del Sebino visto che sono stoccati nel cementificio enormi quantità di materiali inquinanti che verrebbero trascinati in lago"

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L'immagine del fumo postata da un utente del gruppo Facebook NO AL CEMENTIFICIO INCENERITORE DEL LAGO D' ISEO
Tavernola, immagine d'archivio (postata da un utente del gruppo Facebook NO AL CEMENTIFICIO INCENERITORE DEL LAGO D' ISEO)

“I sempre più frequenti fenomeni metereologici estremi, come quello che ha colpito la Romagna, impongono scelte concrete a difesa del territorio. Fermare l’ estrazione mineraria sul fronte frana a Tavernola e chiudere l’attività produttiva inquinante del cementificio dei tedeschi dell’Heidelberg diventa urgente”. A dirlo, in una nota, è Dario Balotta, referente di Legambiente Basso Sebino.

“Dal giorno della frana del 2021 – si legge – sono proseguite le attività  di escavazione (dalle mine si è passati ad enormi martelli pneumatici). Si è riaperta l’attività dopo una breve chiusura del cementificio. La frana avrebbe effetti devastanti sulla popolazione di Montisola, di Tavernola e sull’eco-sistema del Sebino visto che sono stoccati nel cementificio enormi quantità di materiali inquinanti che verrebbero trascinati in lago dalla frana”. 

“Per niente tranquillizza – incalza Balotta – l’investimento di 15 milioni di euro di danaro pubblico per mitigare gli smottamenti, soluzione tecnica problematica anche per gli esperti del settore. I costi per rimediare a questa situzione di pericolo, causati dall’attività estrattiva ,andrebbero addossati a chi l’ha provocata, l’ Heidelberg. Ma il colosso tedesco (proprietario di tutti i cementifici della zona e secondo produttore di cemento al mondo) detiene anche una quota azionaria della Sacbo (gestore dell’aeroporto di Orio al Serio) strategica per gli equilibri politici del territorio. L’influenza di del gruppo – chiosa maliziosamente – impedisce che gli interessi generali delle popolazioni lacuali prevalgano su quelli economici. Il rischio onda anomala rimane”.


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