Ha preso il via oggi – in assenza degli imputati, che si trovano ancora all’estero – il processo per l’omicidio di Sana Cheema, la 25enne di origine pakistana che sarebbe stata uccisa per strangolamento dal padre e dal fratello il 18 aprile del 2018 dopo essere stata portata con l’inganno nel paese d’origine. La sua unica colpa sarebbe quella di aver rifiutato il matrimonio combinato per lei dalla famiglia.
I due erano già stati processati in Pakistan (insieme alla madre della giovane e ad altri) e assolti per insufficienza di prove. I giudici, oggi, hanno rigettato la richiesta di un nuovo rinvio della difesa, secondo cui padre (in Pakistan) e figlio (di cui non si conosce il domicilio) non sarebbero stati a conoscenza del procedimento.