Riparte la campagna del Partito Democratico della Lombardia per denunciare la lunghezza dei tempi di attesa in sanità in Lombardia e con essa anche la petizione con cui si chiede alla Giunta regionale di affrontare davvero questo problema che porta i cittadini a ricorrere sempre più a visite ed esami a pagamento, almeno per chi se lo può permettere.
Il costo della sanità che i cittadini lombardi pagano direttamente è stato quantificato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze nel suo ultimo monitoraggio sulla spesa sanitaria e ammonta a una cifra che varia negli ultimi anni tra i 7 e gli 8 miliardi di euro, con un picco nel 2019, l’anno prima del Covid (non abbiamo dati successivi al 2020) di 8,08 miliardi. Una parte consistente di essi, intorno al 30% (circa 2,5 miliardi), è quanto i lombardi pagano privatamente per visite ed esami, e a incidere in modo significativo è l’impossibilità di prenotare una prestazione in tempi congrui.
Il Partito Democratico ha fatto diverse simulazioni e una di esse è stata presentata questa mattina in una conferenza stampa tenuta dal segretario regionale Vinicio Peluffo e dal capogruppo Fabio Pizzul. Eccola: una visita allergologica per sospetta allergia alimentare, senza priorità, sul sito www.prenotasalute.regione.lombardia.it/ non ha alcun riscontro nell’ATS di Monza e Brianza e ha date possibili che vanno dai 117 giorni di attesa in provincia di Bergamo, ai 238 in Città metropolitana di Milano e addirittura a un anno (da 20 ottobre 2022 a 19 ottobre 2023) in provincia di Varese. Qui il video della simulazione.
“Le liste d’attesa in sanità sono una piaga per i cittadini lombardi ed è per questo che rilanciamo la nostra campagna – ha dichiarato il capogruppo Fabio Pizzul -. Circa due miliardi e mezzo di euro sono spesi ogni anno dai lombardi nel privato per ottenere quelle visite e quegli esami che non riescono ad ottenere nel pubblico per colpa dei tempi di attesa troppo lunghi. L’assessore Moratti dice che il problema è stato risolto, ma non è così. Per questo torniamo a chiedere le firme dei cittadini, online e nei banchetti, per affrontare una volta per tutte questo problema.”