Non abbiamo aderito perché, a fronte di un contributo reale molto basso, i beneficiari potenziali sono pochissimi. Così, in buona sostanza, Palazzo Loggia replica alle polemiche della Lega sulla mancata adesione al bonus regiolae “Nidi gratis”.
La nota firmata Comune (ma riconducibile all’assessorato guidato da Fabio Capra) è lunga e scritta in un linguaggio molto tecnico, ma un passaggio chiarisce tutto: “Questa misura è insignificante per Brescia in quanto le famiglie della città sono già tutelate da un sistema tariffario calmierato, rispetto al quale il solo bonus INPS equivale per molti all’azzeramento della retta”. La pubblichiamo in versione integrale per chi volesse approfondire la questione.
IL COMUNICATO UFFICIALE DEL COMUNE
Apprendo dalla stampa locale che anche quest’anno, come già avvenuto nel 2021, è ripresa la polemica della Lega, del tutto strumentale, in ordine alla mancata adesione, per l’anno educativo 2022/23, alla misura nidi gratis di Regione Lombardia da parte del Comune di Brescia.
Ancora una volta ritengo corretto e opportuno informare i cittadini su quali siano le ragioni di tale scelta, basata su semplici criteri di efficienza e buon senso. Qualche dato oggettivo aiuterà certamente le famiglie e i colleghi consiglieri della Lega a capire meglio i termini della questione.
Innanzi tutto, da tre anni a questa parte, sono due le provvidenze pubbliche a sostegno della famiglia per l’accesso ai nidi: quella della Regione Lombardia, che ho sempre considerato buona e interviene fino a un ISEE di € 20.000; il nuovo “Bonus nido nazionale” dell’INPS, più sostanzioso, che aiuta molte più famiglie in quanto prevede una soglia ISEE di accesso di € 25.000 e non è limitato agli utenti dei nidi pubblici o convenzionati, come invece avviene per Nidi Gratis.
Dall’analisi dei dati riportati nella tabella sotto, emerge chiaramente come l’impatto della Misura regionale si sia drasticamente ridotto nel tempo, proprio a seguito dell’introduzione del Bonus asilo nido dell’INPS che, nel 2022, compie 3 anni. Due sono i dati inequivocabili, il calo dello stanziamento destinato alla misura e il calo del numero di Comuni aderenti.
Considerando che in Lombardia i Comuni sono 1506 e che una recente ricerca legata al PNRR stima la presenza di nidi nel 60% di questi (circa 900), si è passati da una situazione in cui oltre il 50% dei Comuni con nidi aderiva alla misura, ad una in cui questa percentuale è scesa al 23% circa. Questo dato testimonia una generale e crescente disaffezione, direttamente proporzionata all’efficacia della misura (vedi tabella).
Anno | 2018/19 | 2019/20 | 2020/21 | 2021/22 |
Stanziamento in milioni |
41
35.125 da Fondi POR FSE e 5.968 dal bilancio regionale |
42
25.500 da Fondi POR FSE e 16.700 dal bilancio regionale |
15
Provenienti da Fondi POR FSE |
10
Di cui 7 provenienti da Fondi POR FSE e 3 dal bilancio regionale |
Numero comuni ammessi | 530 | 581 | 335 | 207 |
Numero utenti Comune di Brescia AMMESSI | 429 | 410 | 34
Di cui 11 non hanno beneficiato di alcun contributo in quanto le rette effettive sono risultate inferiori al Bonus Inps |
Non aderito |
Somma al Comune di Brescia per AMMESSI |
797.636 |
422.183
Interrotta a febbraio per emergenza pandemia) |
3.729 |
Non aderito |
Inoltre, la gestione amministrativa della Misura è interamente in capo ai Comuni, dato non trascurabile anche in termini di costi.
Scorrendo l’elenco dei Comuni aderenti e visitando i siti delle relative strutture, si evince chiaramente che si tratta di servizi con tariffe più alte, in corrispondenza delle soglie ISEE previste per l’accesso alla misura regionale. A Brescia sono ben 31 le fasce ISEE sulle quali è calcolata la retta e questo fa sì che i costi risultino il più possibile proporzionati alla capacità contributiva delle famiglie. In altre parole, questa misura è insignificante per Brescia in quanto le famiglie della città sono già tutelate da un sistema tariffario calmierato, rispetto al quale il solo bonus INPS equivale per molti all’azzeramento della retta.
Sul totale degli iscritti nei nostri nidi e nelle nostre sezioni primavera (che accedono solo al bonus INPS, perché escluse da Nidi Gratis), che sono 785, solo 38 avrebbero potuto avere un qualche beneficio economico dalla misura regionale. E dico potrebbero perché, tenendo conto delle riduzioni sulle rette che il nostro Comune prevede per es. per l’interruzione natalizia e per le assenze per malattia, che arrivano fino al 30% della retta, è molto probabile che a consuntivo il dato risulterebbe ancora più basso, come detto sopra per il 2020/21 in cui su 34 ammessi solo 23 hanno di fatto percepito qualche beneficio.
Fascia ISEE | Retta | Integrazione retta | Numero utenti | Stima totale integrazione massima |
Da 17.000 a 18.000 | 280 | 7.28 | 14 | |
Da 18.000 a 19.000 | 290 | 17.28 | 20 | |
Da 19.000 a 20.000 | 305 | 32.28 | 4 | |
38 | 4.000.00 |
Insomma, Brescia ha preso la decisione di non aderire alla misura per gli stessi motivi che hanno mosso moltissimi altri Comuni, a partire dal capoluogo lombardo, vale a dire pochi euro a copertura del valore della retta eccedente il bonus INPS ed un numero bassissimo di beneficiari, al punto da renderla insignificante per le famiglie e onerosa per i Comuni, in termini organizzativi.
Molto di più fa e ha fatto il Comune di Brescia negli ultimi 4 anni per potenziare i nidi e i servizi 0-3 anni in termini di maggiori posti a disposizione e di risorse proprie allocate a sostegno delle famiglie. Le schede allegate sono la cifra delle azioni messe in campo e che la Lega non dice o non sa. VEDI ALLEGATO A).
Che sintetizzerei così:
+ 168 posti nido con + 1,5 milioni all’anno di risorse
Tariffe bloccate dal 2018
1,3 milioni di entrate + 7,5 milioni dal Bilancio Comunale
= 8,8 milioni il costo complessivo del servizio
Conclusioni: la misura regionale, quando è nata, era davvero un concreto aiuto per le famiglie, garantito peraltro in massima parte grazie ai fondi europei; oggi NON è più così. Per rimanere tale dovrebbe prevedere o l’estensione della fascia ISEE di accesso, da 20.000 ad almeno 30.000, in modo da integrare veramente il Bonus INPS, ovvero trasferire i fondi europei risparmiati negli anni ai Comuni, per consentire un ulteriore abbattimento delle rette.
Questa ritengo sia l’unica risposta concreta ai bisogni delle famiglie: se Regione Lombardia deciderà pertanto di rivedere i termini della misura così da renderla significativa anche per Brescia, l’Amministrazione non potrà che aderirvi. E solo in questo modo la Misura regionale potrebbe continuare a chiamarsi Nidi (Quasi) Gratis, almeno a Brescia.
Di più, ora al Governo la Lega si adoperi per aumentare il Bonus Nido Nazionale invece di polemizzare. Inutilmente e senza ragione.