Stamina, nuovi indagati a Brescia: i pazienti non sarebbero migliorati

0

Vannoni e il metodo Stamina sotto la lente degli inquirenti e al centro della bufera:  dopo la diffusione del rapporto dei carabinieri dei Nas, dal quale risulta che nel preparato di Vannoni sarebbero rilevabili solo in tracce le staminali al centro del trattamento, e dopo l’inchiesta de L’Espresso che raccontava come neanche il professore fosse certo del contenuto e dell’efficacia delle sue colture, arrivano nuove rivelazioni.

Questa volta sono le cartelle cliniche a parlare: pubblicate da La Stampa i documenti proverebbero che  i pazienti che hanno ricevuto le staminali non sono migliorati. Pazienti che, secondo gli Spedali Civili di Brescia, non avevano cartelle cliniche compilate con esattezza: in una nota l’ospedale aveva sottolineato come mancassero le dichiarazioni relative alla valutazione delle terapie, e in alcuni casi come fossero presenti i dati relativi alla somministrazione delle nuove infusioni ma assenti le valutazioni pre-trattamento. Come riporta il Corriere inoltre risulterebbero «gravi anomalie relative al consenso informato e al trattamento dei dati proprio nella documentazione pendente presso gli Spedali Civili di Brescia». In particolare, «il consenso informato è scritto in modo non conforme e confusionario». Secondo i verbali ci sono «seri dubbi circa la vera identità delle cellule infuse». E anche la documentazione fotografica relativa al laboratorio dell’ospedale di Brescia «dimostra – proseguono i verbali – l’inadeguatezza della struttura per la produzione di medicinali di terapia cellulare».

E proprio a Brescia si è concentrato il lavoro di questi giorni dei magistrati torinesi, con l’iscrizione di alcune persone  nel registro degli indagati. La Procura ha disposto nuovi controlli e acquisizioni di documentazione, riaprendo l’inchiesta sulla Stamina Foundation, avviata nel 2009 e formalmente chiusa ad agosto 2012. L’ipotesi di reato è associazione per delinquere finalizzata alla somministrazione di farmaci imperfetti e pericolosi per la salute pubblica e truffa. Oltre al Presidente della Fondazione Davide Vannoni, sono indagati alcuni medici, per i quali è già stato chiesto il rinvio a giudizio.

Secondo gli inquirenti, Stamina avrebbe chiesto ai pazienti dai 25mila ai 50mila euro, versati con un bonifico a titolo di donazione. Quella che si presentava come una onlus, secondo gli inquirenti, aveva un vertice «animato dall’intento – si legge nel capo d’accusa – di trarre guadagni da pazienti affetti da patologie senza speranza».

Intanto è fissata per sabato 28 dicembre una conferenza a Roma dove ci sarà anche Vannoni che sul Messagero dichiara: “Saranno gli stessi pazienti, in cura con il metodo Stamina a Brescia, a mostrare i veri dati sui risultati delle infusione a cui sono sottoposti. Il 28 saranno a Roma, al cinema Capranica alle 10 e potranno illustrare alla stampa i risultati dei controlli fatti in altri centri….spero possano esserci tutti e 34 i pazienti in cura a Brescia. Con questo incontro, a cui sono invitati il ministro della Salute e i responsabili degli organismi tecnici interessati, suppliamo a ciò che avrebbe dovuto fare il ministro Lorenzin, andando a controllare direttamente presso i pazienti quello che succede realmente, con la verifica fatta dai diversi centri sulle loro condizioni di salute”.

La newsletter di BsNews prevede l'invio di notizie su Brescia e provincia, sulle attività del sito e sui partner. Manteniamo i tuoi dati privati e li condividiamo solo con terze parti necessarie per l'erogazione dei servizi. Per maggiori informazioni, consulta la nostra Privacy Policy, che trovi in fondo alla home page.

Lascia una risposta (la prima volta la redazione deve accettarla)

Per favore lascia il tuo commento
Per favore inserisci qui il tuo nome