Milioni di cosce di maiale per fare prosciutti, migliaia di cisterne di latte e cagliate, conserve di pomodoro e succhi concentrati. C’è di tutto nella marea alimentare straniera che sta per sommergere le tavole di Natale con il finto cibo Made in Italy, mentre le aziende agricole chiudono e l’economia stenta a ripartire.
“Ci vogliono far morire per asfissia” dicono gli agricoltori e gli allevatori bresciani che mercoledì 4 dicembre dalle ore 10.30 sfileranno per le vie di Reggio Emilia, nel cuore della Food valley italiana mentre dalle 9 al Brennero altre migliaia di coltivatori controlleranno camion frigo e cisterne in arrivo dall’estero. Una mobilitazione che coinvolgerà agricoltori del nord, del centro e del sud. Brescia e la Lombardia saranno in marcia con due colonne: una verso il Po e l’altra sulle Alpi.
“Così non si può certo andare avanti – spiega Ettore Prandini, Presidente di Coldiretti Brescia e di Coldiretti Lombardia – all’estero producono carni e prosciutti dando agli animali scarti di ogni tipo e poi questa “roba” arriva da noi e viene venduta come fosse italiana. Basta usare la denominazione prosciutto di montagna o prosciutto nazionale e il gioco è fatto. Coscia straniera, nome italiano e allevatori e consumatori fregati. Ma è mai possibile? Un grave danno economico per gli allevatori di tutta Italia e per Brescia e per la Lombardia, rispettivamente prima provincia e prima regione a livello nazionale per capi suini allevati”.
“Anche perché esistono ormai da sempre insostenibili squilibri nella distribuzione del valore dalla stalla alla tavola – continua il Presidente Prandini – : per ogni 100 euro spesi dai cittadini in salumi ben 48 euro restano in tasca alla distribuzione commerciale, 22,5 al trasformatore industriale, 11 al macellatore e solo 18,5 euro all’allevatore. Una forbice troppo larga che danneggia cittadini e allevatori costretti a chiudere le stalle”.