Aib, brusco calo della produzione industriale ad aprile

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La produzione industriale manifatturiera bresciana ha registrato nel mese di aprile un brusco calo, dopo i modesti recuperi sperimentati nelle tre rilevazioni precedenti. L’attività produttiva è infatti diminuita per 55 operatori su 100, con un saldo negativo del 35% tra imprese che hanno dichiarato variazioni in aumento e in diminuzione. I consumi energetici hanno subito una flessione per 49 imprese su cento, con un saldo negativo del 44%. E’ quanto emerge da un’indagine del centro studi Aib effettuata su un panel di 250 imprese associate appartenenti al settore manifatturiero.

L’andamento per classi dimensionali denota un deciso decremento della produzione nelle micro, piccole, medio-grandi e grandi imprese; una flessione più contenuta nelle medio-piccole e un aumento dell’attività per quelle di maggiori dimensioni. L’utilizzo degli impianti riflette l’andamento dell’attività produttiva, con una quota del 49% delle imprese che dichiara di averlo diminuito. Il livello di utilizzo, rispetto al potenziale, è giudicato basso dal 54% delle aziende.

 

Le vendite sul mercato nazionale hanno subito una flessione, con un saldo negativo del 39% tra operatori che dichiarano variazioni in aumento e in diminuzione; quelle nei Paesi UE hanno registrato un saldo negativo del 29%, mentre quelle nei Paesi extra UE hanno fatto rilevare un saldo negativo più contenuto (-7%).

Le giacenze di prodotti finiti e le scorte di materie prime risultano sostanzialmente adeguate alle esigenze dalla maggioranza degli operatori. La manodopera è rimasta invariata per 77% delle aziende ma è diminuita per il 19%. 

Le previsioni a breve termine sono ancora negative: per la produzione, il saldo tra imprese che prevedono variazioni in aumento e in diminuzione è di meno 19%. Le prospettive sull’utilizzo degli impianti risultano in flessione per il 34% delle imprese. La forza lavoro è prevista stabile dal 70% delle aziende, in aumento dal 7% e in diminuzione dal 23%.

Gli ordini dal mercato interno sono attesi in contrazione dal 44% delle aziende, con un saldo negativo del 33% tra imprese che dichiarano variazioni in aumento e in diminuzione; quelli dai Paesi UE presentano un saldo negativo del 16%; quelli dai Paesi extra UE un saldo positivo del 3%.

 

 

L’andamento per settore

 

 

●   Abbigliamento

Le imprese del comparto evidenziano un deciso calo della produzione, dopo quello registrato nel mese di marzo. Le vendite risultano in diminuzione, sia sul mercato interno che sui mercati esteri. Le giacenze di prodotti finiti e le scorte di materie prime risultano elevate rispetto alle esigenze aziendali. Le prospettive a breve sono moderatamente favorevoli per tutte le variabili considerate.

 

●   Agroalimentare e caseario

L’attività produttiva del settore è in diminuzione, dopo tre mesi consecutivi di crescita. Le vendite sono in decisa flessione sul mercato interno e in moderata diminuzione sui mercati esteri. Le giacenze di prodotti finiti e le scorte di materie prime sono considerate adeguate alle esigenze dalla maggioranza degli operatori. Le previsioni a breve sono leggermente positive per la produzione e la manodopera, negative per gli ordinativi soprattutto dall’interno.

 

●   Calzaturiero

La produzione del settore evidenzia una moderata flessione, confermando la tendenza rilevata nell’indagine precedente. Le vendite in Italia sono in significativa diminuzione, quelle verso i Paesi extra UE in calo più contenuto, mentre risultano in aumento quelle verso i Paesi UE. Le giacenze di prodotti finiti e le scorte di materie prime sono giudicate elevate dagli operatori. Le aspettative a breve sono per un ulteriore, forte calo dell’attività, con una decisa contrazione degli ordini nazionali.

 

●   Carta e stampa

L’attività del settore registra una decisa diminuzione, dopo quella rilevata nel mese precedente. Le vendite sono fortemente diminuite in Italia e calate in misura meno rilevante sui mercati esteri. Le giacenze di prodotti finiti e le scorte di materie prime sono ritenute sostanzialmente adeguate alle esigenze aziendali. Le prospettive a breve sono negative per tutte le variabili considerate, ad eccezione degli ordinativi provenienti dai Paesi extra UE che risultano stazionari.

    

●   Chimico, gomma e plastica

L’attività produttiva del settore è di nuovo in calo, come nel precedente mese di marzo. Le vendite sono fortemente diminuite in Italia e nei Paesi UE, risultano in calo più contenuto sui mercati extra UE. Le giacenze di prodotti finiti risultano adeguate alle esigenze aziendali, le scorte di materie prime sono invece considerate leggermente elevate. Le previsioni a breve sono negative per tutte le variabili, in particolare per gli ordini dal mercato interno.

 

●   Legno e mobili in legno

L’attività produttiva del settore è in diminuzione per il secondo mese consecutivo. Le vendite sul mercato interno sono fortemente penalizzate, quelle relative ai Paesi UE sono in calo più contenuto, mentre risultano stazionarie quelle verso i mercati extra UE. Le giacenze di prodotti finiti e le scorte di materie prime sono considerate elevate rispetto alle esigenze aziendali. Le previsioni a breve sono negative, soprattutto per la produzione, gli ordinativi interni e la manodopera.

 

  

●   Maglie e calze

Le imprese del comparto dichiarano un significativo calo dell’attività produttiva, dopo quello rilevato nell’indagine precedente. Le vendite sono fortemente diminuite, sia in Italia che sui mercati esteri. Le giacenze di prodotti finiti sono ritenute adeguate alle esigenze aziendali, le scorte di materie prime risultano invece elevate. Le previsioni a breve sono negative per tutte le variabili, ad eccezione degli ordini dai Paesi extra UE che sono previsti stabili.

 

●   Materiali da costruzione ed estrattive

L’attività produttiva delle imprese del settore registra una flessione, dopo il modesto recupero realizzato nei due mesi precedenti. Le vendite sono diminuite, soprattutto sul mercato interno. Le giacenze di prodotti finiti risultano moderatamente in eccesso, mentre le scorte di materie prime sono adeguate. Le previsioni a breve sono leggermente positive per tutte le variabili, ad eccezione della forza lavoro che è attesa in ulteriore diminuzione.

 

●   Metallurgico e siderurgico

Il settore evidenzia una decisa flessione dell’attività produttiva, dopo due rilevazioni consecutive positive. Le vendite sono in calo, soprattutto sul mercato interno. Le giacenze di prodotti finiti e le scorte di materie prime sono giudicate basse rispetto alle esigenze aziendali. La manodopera ha registrato un leggero aumento. Le aspettative a breve termine risultano negative per tutte le variabili considerate, soprattutto per la produzione e gli ordini dal mercato interno.

 

●   Meccanica di precisione e costruzione di apparecchiature elettriche

Le imprese del comparto segnalano un decremento della produzione, dopo il recupero rilevato nei mesi di febbraio e marzo. Le vendite sono diminuite in Italia e sono rimaste sostanzialmente stabili sui mercati esteri, comunitari ed extracomunitari. Le giacenze di prodotti finiti e le scorte di materie prime sono ritenute in eccesso rispetto alle esigenze aziendali. Le aspettative a breve sono positive per la produzione, gli ordinativi dall’estero e la manodopera. Risulta invece debole la domanda dal mercato interno.

 

●   Meccanica tradizionale e mezzi di trasporto

L’attività produttiva del settore evidenzia un ulteriore calo, dopo quello realizzato nel mese di marzo. Le vendite sono in diminuzione, in particolare nei mercati dei Paesi UE. Le giacenze di prodotti finiti e le scorte di materie prime sono ritenute leggermente elevate rispetto alle esigenze aziendali. Le previsioni per i prossimi mesi sono negative soprattutto per la produzione, gli ordinativi interni, gli ordini dai Paesi UE e la manodopera

 

●   Tessile

Il settore evidenzia una contrazione della produzione, come nel mese precedente. Le vendite sono in forte calo sul mercato interno, in calo più contenuto sui mercati UE, in leggero aumento sui mercati extra UE. Le giacenze di prodotti finiti e le scorte di materie prime sono ritenute in eccesso rispetto alle esigenze. Le prospettive a breve termine sono negative per tutte le variabili oggetto dell’indagine, ad eccezione degli ordini dal Paesi extra UE che sono previsti in leggero aumento. 

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