Aeroporto, Tosi rilancia: “Così com’è l’accordo non va”. Dura la replica di Dallera (Aib): “Non cambiamo le carte in tavola”

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Lo scontro non serve a nessuno. Ma l’accordo così com’è non va. E’ questo il pensiero di Flavio Tosi che questa mattina ha convocato i parlamentari veronesi per discutere del futuro del sistema aeroportuale del Garda. Un incontro a cui erano stati invitati anche i bresciani, Molgora e Paroli compresi (leggi qui); ma dopo la dura presa di posizione di AbeM (leggi qui), che aveva minacciato di far saltare tutto se la bozza d’intesa fosse stata toccata, il vertice si è risolto in un incontro interno al fronte scaligero (leggi qui). 

 “Il sistema Verona ha la ferma volontà di trovare una convergenza con Brescia, evitando di mantenere aperto uno scontro inutile” ha spiegato al termine Tosi “questo accordo, però, non può tradursi in una resa incondizionata, soprattutto in prospettiva, perché il sistema deve avere la possibilità di continuare a crescere, svilupparsi, fare investimenti ed alleanze, senza che nessuno ponga dei veti. Il rischio, in caso contrario, è quello di restare paralizzati per i prossimi anni, con la conseguente decadenza del nostro sistema aeroportuale. L’incontro di oggi – ha aggiunto il primo cittadino veneto – ha messo in evidenza la necessità di un accordo corretto, che rispetti gli interessi del nostro territorio. Comprendiamo che il sistema di Brescia possa avere le sue prerogative e le sue istanze, ma questo non può portare ad una compressione dei diritti e degli investimenti, perché fino ad ora, la gran parte delle risorse sono state investite dal sistema Verona”.

Sul tavolo rimangono i due nodi che ormai si trascinano da mesi: la stima del valore degli aeroporti, inizialmente fissata a 107 milioni e che Verona vorrebbe far lievitare a 115, ma soprattutto il vincolo del 76% per poter fare le scelte strategiche, una garanzia di poter contare per Brescia, un rischio paralisi per Verona visto che basterebbe il no di uno dei tre maggiori soci (Verona, Brescia, Trento) per bloccare ogni scelta. “E’ chiaro che su questi temi bisogna trovare una via d’uscita. Perché l’aeroporto non è un’istituzione pubblica. E’ una società partecipata prevalentemente dal pubblico, ma è anche un’azienda a tutti gli effetti, e come tale deve fare investimenti e necessita di un piano industriale. Non è possibile, quindi, che qualcuno abbia un potere di veto, con la conseguenza di bloccare lo sviluppo della società. Questo sarebbe inammissibile dal punto di vista imprenditoriale. Nessun imprenditore accetterebbe mai un accordo che ponga la sua società nella condizione di essere bloccata”.

Insomma, il braccio di ferro su questo punto pare destinato a continuare dal momento che AbeM ha detto chiaramente che sul punto non intende fare marcia indistro. Resta però ottimista il presidente della Provincia Giovanni Miozzi, uno di quelli che – insieme a Molgora – più si è impegnato per far avvicinare le due sponde del Garda. Per Miozzi i due nodi sono sinfatti uperabili.”Per quanto riguarda la stima del valore dell’aeroporto la determinerà una organizzazione indipendente (l’olandese – spiega – mentre lo scoglio della maggioranza al 76% si sgonfierà grazie all’intesa con Milano. Che sarà una scelta condivisa sia da Brescia, Verona e Trento. Per quanto mi riguarda  avanti tutta per questa strada”.  

Intanto però va registrata la dura replica del fronte bresciano alle dichiarazioni di Tosi. “Sul tavolo del negoziato tra Brescia e Verona c’è la gestione del Catullo e del D’Annunzio – ha spiegato il presidente di Aib Giancarlo Dallera dalle pagine di Bresciaoggi – e ciò non ha nulla a che vedere con i desiderata di Sea (la società che gestosce gli aeroporti di Milano, ndr). In futuro potrà essere Sea o Monaco, o Parigi a trovare collaborazione, ma adesso in questione è l’accordo tra Brescia e Verona, e non altro. E poi per quale motivo dovrei firmare un accordo che prevede una futura alleanza ben definita senza aver mai discusso di piani industriali e quant’altro? Tra Brescia e Verona finora si è discusso di clausole di comportamento, di valore degli aeroporti – ha ggiunto il presidente di Aib, uno dei principali soci di ABeM -, e su questo si opera. Se domani si presenteranno opportunità positive, ne prenderemo atto”. Dallera trova “difficile da comprendere” quanto sta accadendo. Si discute da tempo, l’accordo era stato trovato e ora lo si vorrebbe vincolare «aprioristicamente» ad un’intesa con Milano. “Noi abbiamo speso tutto questo tempo a cercare un’intesa – ha spiegato Dallera – perché la riteniamo positiva per Brescia e Verona, non per finire ancora nell’orbita di Milano. Abbiamo sempre ragionato di piani strutturali e industriali e se qualcuno pensa che siamo disposti a siglare un accordo non da attori si sbaglia”. Insomma, come aveva già avvisato il presidente di ABeM Giuliano Campana per Brescia l’accordo non si tocca. 

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1 COMMENT

  1. Ancora con questa storia dell’aeroporto….ma basta!!!! Chiudetelo!!! Non serve a nulla e non mi sembra il caso di andare a fare i portaborse dei veronesi…che li paghino loro i debiti che hanno fatto in tutti questi anni!!

  2. Non capisco che senso abbia avere un aeroporto ogni 30 km se non per una questione di campanile. Secondo me villafranca, montichiari, orio, linate, malpensa sono troppi e quello di troppo è montichiari. non c’è spazio per crescere e infatti non c’è nessun volo. perché spendere soldi inutilmente?

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