Omb, crescono utile e occupazione. Paroli: “Scommessa vinta. Che volete di più?”

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    (d.b). – “E’ una società che sta generando utile e occupazione e che si sta ripagando. Inoltre già oggi vale quasi il doppio di quanto l’abbiamo pagata. Non potevamo chiedere di più”. Si racchiude in questa battuta la soddisfazione del sindaco di Brescia Adriano Paroli per i risultati ottenuti nel 2010 da Omb Internazional, la società creata nel 2009 da Brescia Mobilità per acquistare – per circa 16 milioni – la storica Omb, in liquidazione. Ebbene lo scorso anno la nuova società ha fatturato 27,9 milioni di euro, con un utile netto di 582.055 euro; i 90 cassaintegrati sono stati tutti riassorbiti e, anzi, sono state fatte nuove assunzioni (soprattutto ingegneri e tecnici specializzati) tanto che oggi l’organico supera le 100 unità. Numeri che raccontano di una “scommessa vinta”, spiega il primo cittadino, alla faccia di tutte le critiche che l’operazione si era tirata addosso. Critiche piovute dal mondo politico ma anche da quello economico ed industriale. “Questo era il nostro primo vero anno di esercizio” spiega Marco Medeghini, presidente di Omb Internazional srl. Già i conti del 2009 si erano chiusi in attivo (anche se di soli 7mila euro); ma in quel caso i dati erano riferiti a soli sei mesi, dal momento che l’attività era ripresa a luglio. Insomma, taglia corto Maurizio Zipponi, membro del cda dell’azienda: “spero che con questi numeri si possa chiudere la polemica su Omb. Abbiamo dimostrato che un’azienda pubblica può essere gestita bene, fare utile e creare una filiera. I numeri” conclude “valgono più di tanti discorsi”.

    Il bilancio 2010, come detto, ha visto ricavi per quasi 28 milioni; nei sei mesi del 2009 erano stati 8,9. Il fatturato dello scorso anno è stato fatto per il 55% in Italia (una commessa da 20 milioni dal Comune di Roma per 16mila cassonetti), il 26% in Spagna, l’11% in Uruguay, il 7% in Cile poi Olanda, Emirati Arabi, Caraibi. Sotto il profilo dei prodotti la vendita di camion-compattatori ha generato il 48% dei ricavi, quella dei cassonetti il 32%, poi i ricambi e le manutenzioni. Nel bilancio compare anche la voce vendita autobus: poco meno di un milione di euro derivati dai nuovi bus ibridi che Omb ha progettato e messo in produzione in sinergia con altre aziende bresciane, a partire dalla Eco Power Technology (Ept) di Nave. Un passo importante per creare quel “distretto industriale della mobilità sostenibile” evocato a più riprese dal presidente di Brescia Mobilità Valerio Prignachi. Due dei nuovi mezzi sono stati consegnati già a dicembre a Brescia Trasporti mentre altri sono volati in Spagna, sia a Madrid che Barcellona, per essere testati dalle locali aziende dei trasporti.

    Se questo è il presente, il futuro si connota per due parole: innovazione e internazionalizzazione. La prima, spiega Prignachi, vuol dire sia offrire sempre nuovi prodotti e nuove soluzioni tecnologiche in base alle esigenze dei committenti (per esempio Barcellona ha chiesto che i camion per la raccolta dei rifiuti siano insonorizzati così da ridurre i rumori notturni) sia l’organizzazione interna, che va letta con una logica di network. Per quel che riguarda i mercati esteri, si tratta di una vocazione che Omb International ha già nel nome: il peso dei ricavi fatturati in Italia è destinato a scendere (nel 2011 vi saranno le gare per la gestione dei rifiuti e gli operatori sono più prudenti nell’investire), mentre da molti Paesi emergenti, in particolare il dal Sudamerica, arriva una forte domanda di prodotti dall’alto contenuto tecnologico. Come quelli di Omb International.  

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    1 COMMENT

    1. Un utile del 2 per cento, a essere pignoli. Sempre meglio di niente.
      Ora però vendetela, le industrie vanno gestite dagli imprenditori, non dai comuni. L’importante è che non venga svenduta alla vecchia proprietà.

    2. Ma perché il comune la dovrebbe vendere? Non capisco. La si è comprata che era in fallimento, la si è rimessa in piedi, si è ridato un lavoro a 100 famiglie. In più produce utile e può essere strategica per Brescia Mobilità. Insomma, ci sono tutte le condizioni per andare avanti. E voi vorreste rivenderla? Non capisco… A quel punto il comune dovrebbe vendere anche la Centrale del Latte. Anche quella è un’impresa. Ma allora bisogna vietare tutto

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