Le rassicurazioni del ministro Matteo Salvini non hanno evidentemente rassicurato i sindaci, che sono convinti: la Corda Molle – purtroppo – diventerà a pagamento entro fine anno.
Secondo l’esponente del governo, il pedaggio non sarebbe previsto dal contratto con il gestore (Autovia) e, quindi, l’eventuale introduzione di sistemi di pagamento andrebbe autorizzata da Roma. Ma primi cittadini e ambientalisti sono convinti che la situazione – secondo quanto messo nero su bianco nel contratto del 2018 – sia ben diversa da quanto affermato da Salvini e che, da quando (tra settembre e ottobre, si ipotizza) saranno ultimati i lavori di riqualificazione previsti per la A21 il gestore (che è lo stesso della Corda Molle) potrà chiedere il pedaggio (da 0,07 euro a 0,18365 euro a chilometro). L’unica soluzione, insomma, sarebbe lo stanziamento da Roma di oltre 400 milioni di euro per coprire gli investimenti previsti dal concessionario della A21.
Domani si terrà un vertice in prefettura tra i primi cittadini (Cazzago, Montirone e Travagliato in rappresentanza di tutti i colleghi interessati) e quelli di Autovia per discutere della questione. Ma nel frattempo lungo la bretella sono già stati installati i 12 rilevatori di passaggio che dovrebbero gestire il pedaggio con modalità free flow (cioè senza caselli) come per la Pedemontana, che il ministro aveva bollato come semplici “conta veicoli”.
La Corda Molle, lo ricordiamo, collega Ospitaletto con Montichiari ed è percorsa quotidianamente da circa 15mila veicoli. L’ipotesi attuale è quello di un pedaggio di 10 centesimi per le auto (con un esborso giornaliero di 4 euro e annuale di oltre 800 per i pendolari) e di oltre 20 per i mezzi pesanti.
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