Napolitano incontra il settore marmifero bresciano

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    Un ringraziamento presidenziale e un autorevole incoraggiamento a proseguire nell’opera di valorizzazione del prodotto, del lavoro e dell’imprenditorialità che – a partire dall’Altare della Patria – hanno fatto conoscere il marmo di botticino nel mondo.

    Si è concluso così l’incontro a Roma, negli spazi della Gipsoteca all’interno del monumento a Vittorio Emanuele II, fra il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e una delegazione di amministratori locali e di operatori del bacino marmifero bresciano giunti da Rezzato e Botticino.

    L’incontro è avvenuto al termine della visita inaugurale che Napolitano ha fatto alla mostra “Regioni e testimonianze d’Italia”, allestita all’interno del Vittoriano nell’ambito delle manifestazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia. Nell’ambito di questo evento espositivo è stato realizzato uno spazio intitolato «I cento anni dell’Altare della Patria. Una storia scritta nel marmo di botticino» con videoinstallazioni, attrezzi di lavoro di lavoro e foto d’epoca di cave e di laboratori marmistici bresciani.

     

    I doni bresciani al presidente – Il sindaco di Botticino, Mario Benetti, ha consegnato al presidente una targa di marmo che dichiara “gratitudine e ammirazione” al presidente ed è firmata da “le donne e gli uomini del marmo bresciano”. Sul marmo è inciso il logo delle manifestazioni bresciane per i 100 anni dell’Altare della Patria, che venne inaugurato il 4 giugno 1911 ed è realizzato in marmo di Botticino e di Mazzano. Il sindaco di Rezzato, Enrico Danesi, ha omaggiato il presidente di una copia del libro «Altare della Patria. I cento anni di un monumento “bresciano”» curato da Massimo Tedeschi che (con i contributi storici di Sergio Onger, Roberta Gallotti, Massimo Tedeschi, Michela Valotti e Valerio Terraroli) ricostruisce il decisivo apporto dato al massimo monumento nazionale dal marmo, dalle imprese, dai lavoratori bresciani, oltre che dallo statista Giuseppe Zanardelli e dallo scultore Angelo Zanelli.

    Il Quirinale, nei giorni scorsi, aveva insignito le manifestazioni bresciane con un alto riconoscimento: una targa firmata dal presidente Giorgio Napolitano.

     

    La delegazione bresciana – La delegazione bresciana che ha incontrato il presidente, e che si è avvalsa del coordinamento logistico di Mariateresa Porteri, oltre che dai sindaci di Botticino e Rezzato era formata dal presidente del Consorzio produttori marmo botticino classico Giovanni Merendino, dal presidente della Cooperativa operai cavatori del botticino Mario Rossi, dal presidente della Cooperativa Valverde Fabio Bonardi, dalla presidente della Lombardi Marmi Virginia Lombardi, dalla direttrice della Scuola delle arti e della formazione professionale Rodolfo Vantini Lara Vianelli, dagli assessori alla Cultura di Botticino Clara Benedetti e di Rezzato Claudio Donneschi, dal coordinatore scientifico del progetto bresciano Massimo Tedeschi e dal coordinatore tecnico Giacomo Rossi. Con la delegazione bresciana anche tre rappresentanti della Lega cooperative che ha accompagnato la delegazione bresciana durante l’incontro con il presidente Napolitano: Luca Bernareggi, Presidente di Legacoop Lombardia, Giuseppe Bonino, Coordinatore di Expo 2015 di Legacoop Lombardia e Sergio Fiorini, Direttore dell’ALCoPL.

    L’inaugurazione dello spazio bresciano – Prima dell’incontro con Napolitano, inaugurazione ad hoc per lo spazio bresciano all’interno del Vittoriano. Lo spazio è collocato in uno snodo strategico di raccordo fra il percorso delle mostre d’arte (attualmente è aperta una mostra di successo dedicata a Tamara de Lempicka, nella seconda metà dell’anno ne verrà allestita una dedicata a Mondrian) e l’ingresso del Museo centrale del Risorgimento, che sarà rinnovato per la prossima ricorrenza del 2 giugno.

    Lo spazio-vetrina, puntando su messaggi visivi semplici ma immediati, consente ai visitatori di mettere a fuoco tecniche e sistemi di lavorazione in uso nelle cave e nei cantieri bresciani all’epoca della realizzazione del Vittoriano, di familiarizzare con figure che ebbero un ruolo centrale nella realizzazione del monumento ma anche di abbracciare la lunga storia dell’utilizzo architettonico e artistico del marmo di Botticino nei cento anni seguiti all’inaugurazione dell’Altare della Patria.

    L’esposizione consene ai visitatori anche di toccare con mano le diverse lavorazioni tradizionali di cui il botticino è suscettibile, grazie agli esemplari realizzati dalla Scuola delle arti e della formazione professionale Rodolfo Vantini di Rezzato, segnatamente dal corso per scalpellini con i docenti Angelo e Ivan Confortini.

     

    Gli schermi al plasma e le sagome – All’interno dello spazio-vetrina tre schermi al plasma proiettano a ciclo continuo brevi prodotti audiovisivi. Il primo presenta la sequenza di quaranta immagini dell’Archivio fotografico Negri, scattate nelle cave e nei laboratori marmistici bresciani all’epoca della realizzazione dell’Altare della Patria. Il secondo presenta i trailer di due filmati realizzati per l’occasione, rispettivamente dal laboratorio di cinematografia dello Stars dell’Univesrità Cattolica di Brescia, coordinato da Silvio Bonomi, e dal regista Davide Franzoni: i due filmati documentano il legame fra l’Altare della Patria e il marmo bresciano, e il dinamismo attuale del bacino marmifero. Il terzo video presenta infine una sequenza di cento immagini che documentano l’impiego artistico e architettonico del botticino a Brescia, in Italia, nel mondo.

    Cinque sagome a grandezza naturale che raffigurano rispettivamente lo statista Giuseppe Zanardelli, lo scultore Angelo Zanelli, l’imprenditore Davide Lombardi, un cavatore e uno scalpellino, consentono infine al visitatore di trovarsi a tu per tu con i protagonisti dell’epopea del marmo bresciano fra fine ‘800 e inizi del ‘900, presentati attraverso brevi didascalie. Tutti i testi e le didascalie dello spazio-vetrina sono in italiano e inglese.

    Attraverso questa esposizione il marmo di Botticino, idealmente, «riconquista» l’Altare della Patria.

    La scelta del marmo bresciano, propiziata dallo statista Giuseppe Zanardelli, fu oggetto di accesi dibattiti alla fine dell’Ottocento. L’Altare della Patria è stato, per un secolo, un formidabile biglietto da visita per il marmo bresciano e per un bacino marmifero che conserva un forte dinamismo economico.

    Le manifestazioni per il centenario del monumento sono l’occasione per rilanciare questa storica, beneaugurante simbiosi.

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