Ai dirigenti pubblici: oneri e onori
Con grande sollievo dei politici di ogni orientamento, grazie alle pubblicazioni online degli stipendi dei dirigenti della PA, i cittadini hanno scoperto che i “Paperon de Paperoni” non ingrossano solo le fila degli eletti, ma siedono, anonimi, dietro tante scrivanie degli Enti Locali. Anche i quotidiani locali hanno reso pubblici gli stipendi da record che percepiscono i manager pubblici impiegati nei vari Municipi della provincia bresciana.
A dispetto di quello che afferma il ministro Renato Brunetta anche tra dipendenti pubblici e, a maggior ragione tra i dirigenti, esistono molte ottime professionalità che è doveroso retribuire, ma per quanto concerne i secondi riamane il nodo del controllo del risultato, problema che, per il settore privato, è risolto in modo cruento e matematico, ossia il risultato economico dell’operato del manager. E’ vero che non mancano superstipendi ai quali non sono corrisposte performace brillanti, Alitalia insegna com’è vero che nella Pa il dato economico non può rappresentare l’unico parametro di valutazione. Eppure, il sistema del controllato che, allo stesso tempo, è anche controllore desta qualche sospetto. Sono i dirigenti che alla fine dell’anno redigono la scheda di valutazione dei propri sottoposti con tanto di voti e che redigono il “giudizio” sul proprio operato.Certo un organigramma piramidale dovrebbe consentire un controllo da parte dei livelli più alti, ma non si è mai sentito di un dirigente pubblico rimosso o spostato per il mancato raggiungimento degli obiettivi stabiliti dal piano di lavoro. Fenomeno ben noto a quei manager privati che, ogni giorno, combattono con le cifre delle vendite e sudano sette camice per mantenere i risultati dell’anno precedente o addirittura migliorarli.Quanto meno i politici sono costretti al vaglio dell’elezione, ma il dirigente dopo la vincita del concorso pare non debba subire più alcun tipo di controllo. Nello scorrere le cifre riportate da Bresciaoggi martedì 20 ottobre non pochi consiglieri comunali o provinciali avranno sgranato gli occhi di fronte a stipendi che non nemmeno l’accumulo di ogni gettone possibile può garantire. Ora è giusto e normale che la maggiore responsabilità venga retribuita, ma il dubbio dei cittadini è proprio questo, ossia che di fatto tale quid plus non esista nell’attività ordinaria dei dirigenti e soprattutto che tale aspetto venga poco controllato dai superiori. Nessuno intende mettere alla gogna tale professione, ma nel momento storico in cui un cassaintegrato dell’Iveco percepisce 750 euro al mese diventa urgente il risparmio e doveroso eticamente il controllo di chi detiene posizioni privilegiate affiche a quel ruolo corrispondano onori, ma anche oneri.Federica Papetti