▼ Lega, la rivolta parte da Travagliato: “Salvini illegittimo e pensa solo al Sud, si dimetta”

"Un partito romanocentrico, concentrato solo sulle poltrone e sugli incarichi retribuiti, disposto a comprare il consenso nelle regioni del Sud strapagando le imprese e i dipendenti pubblici, incurante del territorio e della gente"

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Renato Pasinetti

Parte da Travagliato la rivolta dei militanti della Lega bresciana contro Matteo Salvini, segretario di un movimento che in pochi anni è passato da “sindacato del Nord” a forza nazionale (e talvolta nazionalista) con posizioni filo-russe. Perdendo per strada molti consensi.

Dopo la lettera pubblica dei 21 esponenti nazionali del partito che avevano criticato la decisione di candidare il generale Vannacci alle elezioni Europee, infatti, a bocciare duramente la gestione del partito sono i militanti del Comune bresciano, a partire dal sindaco Luigi Pasinetti, che oltretutto siede nel direttivo provinciale del partito a fianco della segretaria Roberta Sisti.

“Dopo tutti questi anni e le tante battaglie combattute, noi non riconosciamo più la nostra Lega. Non sappiamo per chi, o per cosa, combattere. Non ci riconosciamo nella guida di Salvini, che è divenuta ondivaga e contraddittoria, ha abbandonato gli obiettivi originari ed è diventata solo il tentativo di rincorsa al consenso”, si legge in un documento firmato dal primo cittadino e da altri 13 iscritti, indirizzato al vicepremier, ma anche al livello regionale e provinciale del partito.

Secondo i militanti travagliatesi, inoltre, l’intero vertice della Lega “non è legittimato in quanto mai eletto, a cominciare dal segretario nazionale, il quale si sarebbe dovuto sottoporre all’elezione per la carica. Non essendo legittimato il segretario, non lo sono nemmeno i membri della segreteria, dato che sono tutti di sua nomina”.

Né piace a Pasinetti e agli altri leghisti ribelli la decisione di aver abbandonato il Nord nel simbolo per sostituirlo con “Salvini premier”, una scelta definita anacronistica ed egocentrica. L’accusa al “leader”, infatti, è quella di rappresentare oggi soprattutto gli interessi del Sud. “Un partito romanocentrico, concentrato solo sulle poltrone e sugli incarichi retribuiti, disposto a comprare il consenso nelle regioni del Sud strapagando le imprese e i dipendenti pubblici, incurante del territorio e della gente”, tuonano i 14 leghisti di Travagliato.

Parole durissime. Resta da capire se alle critiche di Pasinetti seguiranno ora quelle di altre sezioni locali del partito, in un’onda che potrebbe portare fino al congresso nazionale, oppure se la conseguenza saranno dimissioni e provvedimenti disciplinari, come già accaduto in passato.

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