Rimangono in carcere i due giovani di origine pakistana arrestati a inizio mese con l’accusa di apologia del reato di associazione per delinquere con finalità di terrorismo, mediante l’uso di strumenti informatici.
Stando a quanto ricostruito dalle forze dell’ordine, i due giovani – di 20 e 22 anni, residenti in via Milano, a Brescia – avrebbero infatti propagandato online, soprattutto sui social, le idee degli estremisti islamici e dei gruppi terroristici che a queste si richiamano, come la schiavitù delle donne, la guerra “santa”, l’annientamento degli ebrei e via dicendo.
L’avvocato difensore dei due, in carcere dal 18 dicembre, aveva chiesto ieri il rinvio al Tribunale del Riesame (domanda rigettata), ma – secondo quanto informa il Giornale di Brescia, ha deciso poi (anche per questioni tecniche) di non procedere con l’ulteriore richiesta dei domiciliari.