E’ stata di circa il 70 per cento, secondo alcune stime, l’adesione bresciana allo sciopero nazionale del settore sanità proclamato dai sindacati.
Le ragioni della protesta vanno ricercate nelle diverse criticità del settore, a partire dalla forte carenza di personale, che tocca ormai tutti i settori del pubblico: dalla medicina di base agli specializzati (si stima in Italia manchino circa 30mila ospedalieri), con le discipline più sotto stress che hanno sempre meno richieste di iscrizione. A Brescia, in particolare, i reparti più in crisi sono quelli di Anestesia, Chirurgia, Pronto Soccorso, Radiologia e Rianimazione.
Ma non solo. I professionisti denunciano stipendi troppo bassi, che rendono meno appetibile il settore e spingono molti a “fuggire” all’estero. Inoltre puntano il dito contro il taglio delle pensioni – dal 5 al 25% – definito (e, pare, in corso di correzione) dal governo.
Il risultato – visto dalla parte degli utenti – è quello di servizi sempre più sguarniti, territori di migliaia di abitanti senza medici e liste d’attesa che diventano sempre più lunghe. La certezza è che Governo e Regioni devono fare di più.