▼ Regione, ok della commissione al nuovo Piano cave bresciano

"Fabbisogno di materiale ridotto del 40% rispetto al piano precedente, nessuna nuova cava con una riduzione degli ambiti estrattivi da 53 a 38, nessuna nuova cava in falda", ha commentato l'assessore all'Ambiente e Clima Giorgio Maione

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Giorgio Maione, foto da Regione

Via libera della commissione Ambiente del Consiglio regionale al nuovo piano cave di Brescia. Il procedimento di elaborazione del nuovo piano cave della Provincia di Brescia, per il settore merceologico della sabbia e ghiaia, è stato avviato a fine 2016. Soddisfatto

“Fabbisogno di materiale ridotto del 40% rispetto al piano precedente, nessuna nuova cava con una riduzione degli ambiti estrattivi da 53 a 38, nessuna nuova cava in falda – ha commentato l’assessore all’Ambiente e Clima Giorgio Maione che ha partecipato ai lavori della commissione – Abbiamo coniugato esigenze ambientali ed esigenze economiche del territorio. Questo documento è richiesto e atteso da anni dal territorio bresciano. Ora siamo pronti per l’ultimo passaggio in Consiglio regionale il 22 dicembre per l’approvazione definitiva”.

“Questo documento – conclude Maione – favorisce il recupero delle ex cave come bacini di accumulo idrico o in chiave agricola e ambientale. Inoltre, l’attività estrattiva dovrà di norma proseguire per fasi: prima di procedere con la successiva le imprese dovranno avere ultimato il ripristino ambientale di quella esaurita”, ha concluso Maione.

PIANO CAVE: IL COMUNICATO DELLA REGIONE

Ammonta a complessivi 43 milioni di metri cubi l’importo complessivo del fabbisogno stimato di sabbia e ghiaia, in riduzione di circa il 40% rispetto al previgente Piano Cave 2005. Lo stabilisce il nuovo Piano cave della Provincia di Bresciaapprovato oggi a maggioranza (a favore FdI, Lega, Forza Italia e Lombardia ideale; contrari PD, M5Stelle, Patto Civico e Alleanza Verdi Sinistra, con l’astensione di Lombardia Migliore e di Azione – Italia Viva) dalla Commissione Ambiente, presieduta da Alessandro Cantoni (Lombardia ideale).
E’ stato un percorso molto lungo e complesso e che ha visto la collaborazione molto ampia da parte di tutti i Consiglieri e dei funzionari – ha dichiarato il Presidente Cantoni –. Si tratta di un documento atteso da anni da cittadini, Comuni e imprese del territorio e su cui abbiamo svolto più di 50 audizioni di approfondimento, arrivando a fornire risposte concrete”.

Tra i punti salienti dell’atto amministrativo, illustrato dal Consigliere Giorgio Bontempi (FdI), si evidenziano la riduzione rispetto al passato del quantitativo di materiale da escavare e degli ATE (da 54 a 39), la mancata autorizzazione a nuove cave, la possibilità di estrazione per stralci e l’attenzione all’obbligo di recupero ambientale.
Si tratta – ha spiegato il relatore Bontempi – di un documento che nasce ancora con le norme della vecchia legge regionale. C’è stato un grande lavoro di squadra e il massimo sforzo di ascolto di tutte le esigenze che ha portato a definire un fabbisogno in calo rispetto al passato”.

Approvato all’unanimità un emendamento a firma di Massimo Vizzardi (Azione – Italia Viva), che introduce quale elemento di monitoraggio continuo del piano cave anche la verifica preventiva della escavazione in profondità per minimizzare il consumo di suolo, e il recupero per lotti, subordinando di norma la coltivazione del lotto successivo al recupero ambientale definitivo del lotto esaurito.

Alla seduta era presente anche l’Assessore regionale all’Ambiente Giorgio Maione, che ha sottolineato la riduzione dell’impatto ambientale del nuovo provvedimento, basato su un calcolo del fabbisogno del tutto adeguato alle esigenze del settore, in quanto in linea con l’andamento più recente del mercato.
A sostegno del provvedimento la Lega che per bocca di Riccardo Pase, Vice Presidente della Commissione Ambiente, ha sottolineato come “il documento supera una situazione di impasse”, auspicando che le astensioni del voto di oggi si possano modificare favorevolmente a seguito del dibattito in Aula, che si terrà nella seduta ordinaria di venerdì 22 dicembre.
Dichiarando il voto contrario del gruppo PD, Miriam Cominelli ha lamentato una volumetria complessiva “spropositata rispetto alle esigenze, calcolata su una media di produttività eccessiva”.
Anche la Consigliera Segretaria della Commissione Ambiente Michela Palestra, motivando il suo voto contrario al documento, ha sottolineato “alcune criticità nell’impostazione del piano. Ci sono, inoltre, tematiche ancora da approfondire”.
L’insufficiente tutela ambientale è tra i motivi del voto negativo al provvedimento espresso da Paola Pollini del Movimento 5 Stelle, mentre Massimo Vizzardi (Azione – Italia Viva) ha espresso “un’astensione dialogante in attesa del dibattito in Aula per migliorare alcuni temi utili al territorio”. Luca Ferrazzi (Lombardia Migliore) ha motivato la sua astensione al provvedimento sottolineando come “il territorio della provincia di Brescia paghi ancora un prezzo molto alto dal punto di vista ambientale”.

L’approvazione del provvedimento, di oltre 900 pagine, arriva dopo due mesi di intenso lavoro, con sedute convocate anche due volte a settimana e oltre 50 audizioni.

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