“In Lombardia, come in tutto il Paese, c’è una carenza ormai cronica di infermieri e l’assessore al Welfare Guido Bertolaso non è in grado di trovare soluzioni, se non quella di andare a cercare all’estero le figure professionali necessarie”. A dirlo, in una nota, è il consigliere regionale dem Miriam Cominelli.
“Ritengo decisamente limitata e poco lungimirante la risposta data dall’assessore in commissione Sanità, a seguito di un’interrogazione e che riprende quanto aveva già affermato in Consiglio, perché la questione andrebbe affrontata in modo strutturale e non solo cercando di tamponare l’emergenza – incalza Cominelli -. L’Opi (Ordine Professioni Infermieristiche) denuncia una carenza in Lombardia di circa 9.500 figure professionali di cui 3.500 nelle Rsa, 4.500 nelle strutture sanitarie e 1.500 infermieri di famiglia, ma questa situazione non è certo una novità degli ultimi mesi, anche se finora nulla è stato fatto”.
“Chi governa la Regione dovrebbe essere in grado di sostenere e incentivare chi svolge questa professione, finanziando borse di studio, avviando interlocuzioni con gli Ordini e con i sindacati e trovando soluzioni nella contrattazione decentrata per dare giusti riconoscimenti aggiuntivi agli infermieri che vivono in Lombardia. – continua l’ex deputata Pd – Invece di cercare operatori all’estero, Bertolaso dovrebbe chiedersi come mai sempre più professionisti sanitari scelgono di andare a lavorare in Svizzera, dove gli stipendi sono tre volte più alti e ci sono migliori condizioni occupazionali e dovrebbe sforzarsi di mettere in campo iniziative per far invertire questo trend, che invece è in costante crescita. La Regione evidentemente pensa che la laurea in infermieristica italiana ed europea sia sovrapponibile a qualsiasi altra forma di studio, ma in questo modo non fa altro che continuare a svilire i nostri operatori e fornire un servizio sempre più basso ai lombardi”.