L’interessato, l’ex campione di scherma Andrea Cassarà, tace. Mentre l’avvocato, Enrico Cortesi, lo ha definito “scosso”, senza aggiungere nulla sul merito delle accuse. Uno stato d’animo comprensibile vista la pesantezza del sospetto caduto su di lui e formalizzato dalla Procura nell’ipotesi di reato di produzione di materiale pedopornografico.
I FATTI
I fatti risalgono a venerdì della scorsa settimana, quando – intorno alle 18 – una ragazzina di soli 15 anni (mentre stava facendo la doccia negli spogliatoi del centro San Filippo di Brescia) ha riferito di aver notato un cellulare che la stava riprendendo da una grata. A quel punto la giovane si è rivolta prima ai responsabili del centro e poi ai carabinieri, che hanno acquisito le immagini dell’impianto di videosorveglianza. E da queste sarebbe emerso che, negli istanti del misfatto, il 40enne Cassarà si sarebbe trovato in prossimità di una grata esterna compatibile con il punto della ripresa illecita. Per tale ragione, su ordine del pm, i militari si sono presentati a casa dello sportivo – originario di Passirano, ma oggi residente a Bergamo – e gli hanno sequestrato il cellulare.
IL NODO DEL CELLULARE
Il cellulare può rappresentare il punto di svolta delle indagini. La presenza o meno del filmato (anche tra quelli cancellati), infatti, dirà se Cassarà è davvero l’autore del video incriminato. I periti inizieranno a lavorare sul telefono nei prossimi giorni, ma ci vorranno almeno due settimane perché arrivino le prime risposte.
LE PRIME CONSEGUENZE
Subito dopo la notizia la giustizia sportiva ha trasmetto gli atti alla Procura federale. Mentre la società San Filippo, presieduta dall’avvocato Nicola Fiorin, sta valutando il da farsi. Nelle scorse ore, poi, è arrivata la notizia che Andrea Cassarà si è autosospeso da tutte le attività all’interno della scoietà Brescia Scherma. Un passaggio quasi obbligato dopo l’indagine aperta dalla Procura.
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