Massimo Cellino non vende più. Anzi: “Il Brescia non è mai stato in vendita”. Fanno discutere le dichiarazioni rilasciate a Teletutto dal presidente delle rondinelle, i cui rapporti con la tifoseria sono comunque ai minimi storici.
Cellino, infatti, ha spiegato di aver sospeso le trattative per la cessione del club, precisando che “nessuno mi ha mai davvero chiesto il Brescia” e che le trattative “non ci sono nemmeno mai state perché sono state tutte mezze cose non realistiche o non celeri senza i necessari presupposti”. Come noto diverse erano state le realtà imprenditoriali associate dai media a un possibile acquisto del Brescia, tra cui Azerion, un tycoon americano, una società estera già attiva nel calcio internazionale e pure un gruppo non meglio precisato di imprenditori bresciani. Ma non c’era mai stato nulla di ufficiale.
Solo quest’estate, il presidente aveva spiegato che il Brescia “non è più affare mio”. Ma la situazione è evidentemente cambiata. Un dietrofront che sarebbe stato giustificato anche dalle vicende processuali che hanno travolto Cellino negli scorsi mesi e che lo hanno demotivato rispetto alla società (“lo scorso anno è andata come è andata anche perché io ero sotto un treno, non c’ero con la testa e la squadra ha perso l’anima”).
Tra queste parole e i tifosi rimane comunque la deludente stagione dello scorso anno e l’interminabile elenco degli allenatori (Del Neri, Aglietti, Possanzini, Dionigi, Boscaglia, Corini, Lopez, Gastaldello), dei direttori sportivi (Sagramola, Cardinaletti, Marroccu, Salerno, Cristallini, Perinetti, Castagnini, Botturi) e degli addetti stampa (quattro) passati per Brescia, spesso licenziati e talvolta richiamati da Cellino.
