Nell’anno in cui la Moka Exepress ne compie 90, la Bialetti cerca il rilancio e, ripartendo da Coccaglio, si appresta a chiudere un 2023 davvero ricco di soddisfazioni.
Il gruppo guidato da Egidio Cozzi, lo ricordiamo, è quotato in Borsa e conta 2 stabilimenti (la sede principale è a Coccaglio), una filiale in italia e sei, di natura commerciale all’estero (Francia, Germania, Turchia, Giappone, Stati Uniti e Australia). I dipendenti sono 1.026, di cui 668 in Italia (250 in Franciacorta) e 358 all’estero.
Insomma: ne ha fatta di strada da quel 1919 in cui Alfonso Bialetti aprì a Crusinallo, frazione di Omegna (Verbania), un’officina per la produzione di semilavorati in alluminio. Nel 1933 la svolta, con la creazione della rivoluzionaria Moka, il cui nome è un omaggio alla città yemenita di Mokha (una delle prime aree di produzione del caffè) e le cui forme sono ispirate alla silhouette della moglie di Alfonso. Mentre l’omino coi baffi, simbolo dell’azienda, risale agli anni Cinquanta, porta la firma di Paul Campani e rimanda alla figura di Renato Bialetti, figlio di Alfonso.
Nel 2022 il gruppo ha chiuso i conti a 159 milioni di euro. Ma i conti del 2023 sono in significativa crescita rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. I ricavi sono stati di 63,3 milioni (+5,7%), trainati soprattutto dalle vendite di caffè macinato e in capsule (+13,5%). L’Ebitda arriva 7,7 milioni (+1,1 milioni. + 14,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente). Ma l’indebitamento finanziario rimane significativo: 113,1 milioni al 30 giugno 2023.
Il nuovo piano di Bialetti prevede la dismissione degli asset non strategici (il marchio di pentole Aeternum è stato ceduto al gruppo Illa, mentre la Cem Bialetti è finita alla turca Fetih) per concentrarsi sul mondo del caffè, in un’ottica sempre più internazionale. Con l’apertura di nuove filiali commerciali e la razionalizzazione dei punti vendita. In questo quadro Coccaglio torna sempre più centrale: dallo scorso anno, infatti, la produzione delle caffettiere (a parte la fusione, che avviene in Romania) è tornata a casa.