Solo due verbali e scarsa partecipazione. Si è concluso così il primo giorno della stagione di caccia nelle valli bresciane. Un inizio in sordina dovuto all’intercezza delle doppiette. La stagione venatoria 2023-2024 si apre infatti con alcuni punti di domanda, in particolare sulle zone umide. Il governo italiano non ha ancora legiferato in materia come invece avrebbe dovuto secondo la Convenzione europea Ramsar, operativa dal 15 febbraio scorso.
Una convenzione che obbliga – a cento metri da tutte le aree di riproduzione della fauna – ad usare pallini senza piombo. Ma il dubbio non ancora chiarito è se si devono considerare aree di riproduzione della fauna anche le rogge, i fossi e i canali. Per non evitare sanzioni i cacciatori ieri, domenica 17 settembre, si sono tenuti alla larga da zone umide se non provvisti di pallini senza piombo.
In ballo poi c’è anche la decisione del Tar che mercoledì 20 settembre dovrebbe pronunciarsi sul ricorso della Lac, la Lega per l’abolizione della caccia, contro il calendario venatorio lombardo.