✴️ Il Pd e il vecchio vizio della cooptazione… | di Elio Marniga*

Che dirne? Tacere soltanto può essere interpretato come disinteresse, che invece non c’è; allora riassumo ciò che ho ricavato da una discussione con uno che la politica del Pd la mangia tutti i dì.

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Elio Marniga, opinionista BsNews.it

di Elio Marniga* – Come la vecchia zitella non lascia l’unico che le abbia fatto una proposta. anche se lui se ne è scordato e si mostra spesso in compagnia di quella là, quella dai natali e dai giorni farseschi; come lei che ogni mattina s’affaccia al balcone e guarda là in fondo, dove la strada svolta, speranzosa di nuovi passi, così io non riesco a mollare il Pd.

Che dirne? Tacere soltanto può essere interpretato come disinteresse, che invece non c’è; allora riassumo ciò che ho ricavato da una discussione con uno che la politica del Pd la mangia tutti i dì.

Il Pd nazionale, non uso all’opposizione, attende; ma non sa cosa attende, quindi pure io attendo.

Quello bresciano, dopo aver imposto al sindaco di scegliere la sindaca dando così modo all’elettore cittadino di dimostrare di saper sempre scegliere il meglio, quale che sia, ha ben atteso che Milano si pronunciasse sul da farsi.

E Milano, mandato in Parlamento il funzionario di partito che lo presiedeva, vecchia usanza del Pci, incassata la voluta sconfitta regionale, ha deciso: conserviamo la stessa scacchiera ma scambiamoci i ruoli. E così sia, anche a Brescia.

Nominati quindi i nuovi segretari politici e i loro aiuti, il tutto senza troppo clamore che avrebbe potuto provocare traumi nell’opinione pubblica, si discuterà sulla linea politica da adottare nelle varie circostanze. Un semplice esempio: dopo che in Regione Lombardia sul tema delle autonomie il Pd s’era accodato alla Lega, che farà ora che questa è al governo e l’autonomia la propone sul serio? Mah! Non mi resta che pazientare un poco e saprò.

Ma l’amico interlocutore è andato oltre ed ha sentenziato: “Questi comportamenti sono segni inequivocabili della crisi dei partiti che sono incapaci di rinnovare la propria classe dirigente. Lo dimostra la cooptazione al vertice di Elly Schlein e la designazione, localmente, del candidato alla presidenza della Regione. E crisi dei partiti significa crisi della Democrazia e di fatto spalancare la porta al populismo, a quello peggiore, quello di cui Berlusconi, quando era sobrio di se stesso, era maestro.”

Non essendo più iscritto al Pd, pur essendo stato suo fedele elettore, non oso chiedere ai Parlamentari bresciani, diciamo, tanto per fare due nomi, a Bazoli e a Girelli che ne pensano. Quindi non glielo chiedo, anche se ho appena visto l’ultima circolare firmata da Peluffo, corredata da un manifesto in cui si mostra la foto della sorridente e baldanzosa Silvia Reggiani “candidata” alla Segreteria Regionale. Da votare il 1 ottobre!

* Le opinioni di questa rubrica non esprimono la linea editoriale del sito, ma il parere di chi le firma


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