Staffette animali: di cosa parliamo e a cosa servono | ANIMALI & ANIMALI /93

La legge prevede che chi vuole adottare si rechi presso le strutture ma, poiché il fenomeno di abbandoni e randagismo è sempre molto diffuso, viene data la possibilità a delle famiglie o strutture con più risorse in un punto d’Italia di poter allargare il proprio nucleo con un trovatello grazie ad altre persone che si rendono disponibili per il trasporto...

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Cane in auto, foto da Pixabay

di Sara Ferrari | – Staffette.  “Essere pronto a partire” è uno dei significati etimologici della parola staffetta, ci ricorda il vocabolario Treccani. Ed in effetti quello di cui parliamo qui sono partenze…persone pronte a partire per portare animali abbandonati verso associazioni/canili certificati o nella migliore delle ipotesi verso una nuova casa.

La legge prevede che chi vuole adottare si rechi presso le strutture ma, poiché il fenomeno di abbandoni e randagismo è sempre molto diffuso, viene data la possibilità a delle famiglie o strutture con più risorse in un punto d’Italia di poter allargare il proprio nucleo con un trovatello grazie ad altre persone che si rendono disponibili per il trasporto. Ed è cosi che nascono le staffette. Giuridicamente  inquadrabili dalla normativa europea CE 1/2005 e dagli artt. 1678 e seguenti del Codice Civile.

La maggior parte di noi ha certamente sentito nominare di queste staffette di cani o gatti. Si tratta per lo più di un servizio svolto da associazioni cinofile che operano secondo le norme vigenti, ma a volte è corretto dire che viene usato come mascheramento di azioni non troppo lecite.

Come funzionano?

Nella teoria l’Asl di partenza deve verificare il microchip, il documento di trasporto dell’animale ed ha anche il compito di contattare e ottenere un riscontro dalla Asl di arrivo, dove lo stesso sarà iscritto.  Il tragitto avviene secondo tappe variabili in base al posto da raggiungere. In queste tappe spesso si alternano vari “trasportatori” quasi sempre volontari. I volontari sono “staffettisti”, in gergo, che si adoperano per spostare animali randagi per lo più dal Sud, dove le adozioni sono numericamente inferiori, al Nord del Paese.

Dunque l’intenzione con cui nascono è più che funzionale e per garantire un trasporto con un buon esito servono una serie di dati e documenti:

  • Microchip con certificazione dell’animale
  • Possesso di libretto sanitario
  • Carta identità del destinatario (se famiglia privata o canile di arrivo) e dati della struttura di partenza
  • Se si tratta di cuccioli almeno 60 – 90 giorni di vita
  • Staffettisti preparati alla conduzione degli animali

Cosa rende una staffetta sicura?

Oltre al rispetto delle regole sopra indicate è importante che gli staffettisti siano persone capaci di gestire gli animali e attrezzati con mezzi di trasporto idonei. Già perché gli aspetti da considerare sono molteplici.

Il viaggio per un animale non è sinonimo di tranquillità generalmente, figuriamoci se a farlo è un cane o gatto che ha un passato di abbandono o violenza e che nutre fobie verso la novità o l’eccessiva vicinanza con la stessa specie o con l’uomo. Confortevole è la parola che dovrebbe essere conditio sine qua non per affrontare lo spostamento. Veicoli sicuri, omologati al trasporto, gabbie di dimensioni adatte, non sovraffollamento del mezzo sono tutti aspetti estremamente importanti da rispettare. A questo si aggiunge la capacità del trasportatore di comprendere lo stato di benessere o malessere durante il viaggio attuando magari diverse soste per calmare gli “ospiti” o per far loro sgranchire le zampe senza il rischio che scappino.

Infatti il personale di viaggio è tenuto a fare una “pausa” ogni 3 ore di guida, durante la quale si assicura che i nostri amici pelosi stiano vivendo bene il trasporto, non presentino problematiche di salute e possano proseguire.

Ecco perché risulta significativo capire e di conseguenza scegliere bene a chi affidare le staffette. Verrebbe da chiedersi perché mai allora esistano viaggi di “classe A e di classe B”.

I costi di un trasporto a norma sono di un certo tipo mentre furgoncini con all’interno 50 animali senza gabbie, o ancora giacigli improvvisati su veicoli adibiti ad altro, hanno altri costi decisamente inferiori.  Staffette ce ne sono di ottime ma andrebbero poste sotto la responsabilità di persone, che sia il sindaco o responsabili delle Asl, o dei canili perché questo permetterebbe di avere una figura di riferimento che si responsabilizza. Considerando anche il fatto che avere a disposizione mezzi omologati pubblici aiuterebbe ad evitare alcuni business che si nascondono dietro a viaggi sospettosi.

Inoltre, la tracciabilità di percorsi e animali che partono da un luogo ed arrivano in un altro è uno strumento importante perché vicino a corrette e certificate associazioni coesistono prestanomi, speculatori e furbetti che chiedono soldi e trasportano animali alcune volte nemmeno registrati.

Le buone intenzioni non sono sufficienti, servono esperienza e intelligenza. Il buon esito di una staffetta ha alle spalle anche un’attività valutativa che consente di abbinare le necessità dell’animale con le possibilità e le capacità dell’adottante, riducendo in questo modo la percentuale di ritorni degli animali in canile per incompatibilità.

A Brescia in diversi momenti dell’anno si verificano staffette in arrivo dal centro-sud verso canili della zona. Arrivano per lo più cani che hanno trascorso la maggior parte della vita in centri al limite della legalità, senza aree di sgambo, con sovraffollamento, e spesso pieni di parassiti. Qui si tenta di dare loro una possibilità in più nel trovare una famiglia. Quindi, come sempre, se si vuole un animale l’adozione è un’opzione importante da considerare e rivolgendosi alle strutture (canili-gattili) della città si possono avere tutte le informazioni in merito.

Quando ci si imbatte in annunci che parlano di staffette prima di condividere appelli, se non conoscete la serietà della fonte, verificate perché la rete funziona davvero come amplificatore e rappresenta una ragnatela che grazie alle condivisioni cattura un gran numero di prede rischiando di dare spazio a traffici di animali in condizioni pessime.

E poi ancora, accertarsi che all’arrivo la conoscenza del cane o gatto con il suo nuovo proprietario o ospitante avvenga con la tranquillità del tempo e dello spazio. Non per strada, non vicino a uno svincolo o presso un’area di servizio autostradale, non facendosi passare questi animali come pacchi. Sono essere viventi che per lo più arrivano da ore di traffico, strade dissestate, suoni vari e incontrano per la prima volta gli occhi di chi il giorno dopo condividerà il viale di una nuova vita con loro.

In un periodo storico che funziona alla velocità di un selfie rispettare il tempo dell’altro è trasgressivo. Quindi forse serve un po’ di trasgressività.

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CHI SONO?

Sara Ferrari Sara Ferrari… Laurea presso la Facoltà di Medicina dell’Università di Brescia come educatore e specializzazione in colloqui clinici ed attività consultoriali presso l’Università Cattolica passando per il corso di perfezionamento in Psicologia Clinica perinatale. La formazione professionale improntata agli studi psico-socio-educativi è stata applicata lavorando in servizi formativi ed educativi, in particolare in centri rivolti a minori per prevenzione del disagio ed alle famiglie per interventi di riduzione dell’abbandono scolastico. Parlo di animali con gli animali. Sono preda di amore folle per forme canine e gattose. Mi propongo di contribuire ad aiutare vite pure che spesso hanno zampe o ali.

PER SEGNALAZIONI, PROPOSTE E SUGGERIMENTI SCRIVETE A: [email protected]

Ultimo aggiornamento il 23 Aprile 2024 17:15


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