Per fortuna tornammo a riveder le stelle… senza binocolo! | BRESCIA VISTA DALLA PSICOLOGA

In questo strano tempo, così imprevedibile, inaspettato angosciante e traumatico quante volte abbiamo pensato che forse non saremmo mai ritornati a “riveder le stelle”?

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Doriana Galderisi, opinionista BsNews

E quindi uscimmo a riveder le stelle” (Inferno XXXIV, 139)

di Doriana Galderisi* – Bentrovate e bentrovati dopo qualche settimana di sospensione delle rubriche del sito che ci ospita.

E lo ripeto: bentrovate e bentrovati, perché non è scontato tornare ad incontrarsi in tempi così difficili visto che siamo reduci dall’esperienza pandemica che ci ha proposto situazioni di vita che mai avremmo immaginato.

In questo strano tempo, così imprevedibile, inaspettato angosciante e traumatico infatti quante volte abbiamo pensato che forse non saremmo mai ritornati a “riveder le stelle”?

Eppure non è andata così: siamo usciti dalla pandemia e dai lockdown, grazie a stimoli e spinte rinnovatrici collettive e individuali.

Dante dalla “selva oscura” riesce ad arrivare al cospetto di Dio e noi possiamo riuscire a passare da momenti di crisi totale, dal buio profondo, da cadute rovinose, ad una situazione di risalita, di luce, di rinascita?

Sì, ed è questo un importante messaggio che ricaviamo leggendo la Divina Commedia, ad oltre 700 anni dalla morte del suo geniale creatore. Ed è in tale prospettiva che si inseriscono le tante iniziative che ogni anno sono dedicate alle celebrazioni di Dante, non solo in occasione del Dantedì (ogni 25 marzo) bensì durante tutto il corso dei 12 mesi.

Iniziative che, a Brescia, hanno avuto un grande motore propulsore dal progetto SicComeDante, nato in piena emergenza Covid nel marzo 2020, dalla mente creativa della dantista bresciana, la professoressa di liceo Laura Forcella, insieme all’associazione culturale In primis, fondata dal giornalista Francesco Zambelli.

SicComeDante aveva come obiettivo principale quello di portare il testo di Dante tra la gente, nelle case, nelle scuole, in modo semplice e con l’utilizzo delle nuove tecnologie.

La professoressa Laura Forcella ha quindi intrapreso la narrazione, canto per canto, della “Divina Commedia come romanzo”, per citare il volume oggi disponibile come libro è pure come audiolibro grazie alle edizioni “Il narratore”.

Ancor prima di tramutarsi in un’edizione a stampa, il progetto è stato un podcast, pubblicato sul sito di SicComeDante in 100 puntate: in ogni podcast la voce della professoressa Laura Forcella raccontava, recuperando il lessico dantesco, ma non in versi bensì in prosa, ogni canto della Divina Commedia.

Ecco perché la professoressa Laura Forcella è stata ospite, lo scorso 26 maggio, della 43esima puntata del percorso scientifico da me ideato e giunto alla sua terza edizione dal nome: “La scienza di eccellenza”. Un percorso che sin dall’inizio ha avuto il patrocinio del Comune di Brescia, riconoscimento istituzionale ancor più significativo in quest’anno di Brescia, con Bergamo, Capitale della Cultura italiana.

Quell’incontro ha come titolo: “E tornammo a rivedere le stelle”. Il significato e il valore dell’opera di Dante in tempo di pandemia e crisi geopolitica” e ha visto la presenza anche del fondatore dell’associazione culturale inPrimis, Francesco Zambelli.

Francesco Zambelli, oltre ad effettuare la regia de “La scienza di eccellenza”, sin dalla partenza di questo progetto scientifico, nella puntata del 26 maggio è stato anche attivamente coinvolto nella discussione scientifica sul tema dell’attualità di Dante, perché, come anticipato, è tra i promotori di SicComeDante. Ne ha seguito la parte di costruzione del sito, la comunicazione e tutto l’aspetto legato all’uso delle nuove tecnologie come strumento per portare Dante tra i giovani e giovanissimi.

Tra i vari ospiti dell’appuntamento del 26 maggio scorso, una presenza di eccellenza è stata quella del professor Roberto Pani, Psicoterapeuta e Psicoanalista, autore del saggio: “Il viaggio di Dante e quello della Psicoanalisi”.

Il testo del professor Pani è un testo suggestivo, che realizza un confronto dinamico tra il viaggio che Dante compie nella Divina Commedia e il percorso inter-psichico e intrapsichico che la psicoanalisi propone (“nella teoria e nella clinica la dimensione intrapsichica, cioè quella di rapporti tra parti di sé, frutto di identificazioni e introiezioni, e quella interpsichica cioè di rapporti con gli altri, sono sempre necessariamente e naturalmente intrecciate. L’intrapsichico è costituito dalle relazioni già vissute e l’interpsichico è condizionato e influenzato dalle forme che nel mondo interno assumono tali relazioni”, dal Dizionario di Medicina Treccani)

Il testo mette in parallelo la situazione di Dante nella selva oscura a quella di chi è angosciato, confuso, sgomento, sconfortato e alla ricerca della chiarezza interiore, quella chiarezza psichica che da sola offre libertà e autonomia e questo è uno dei principali scopi dei percorsi psicologici, i quali hanno proprio la funzione di offrire, oltre che consapevolezza, anche conoscenza, libertà e serenità interiore.

Parlare di Dante nel 2023 è estremamente attuale, dal momento che Dante può essere considerato lo scienziato dell’animo umano per eccellenza per la sua eccezionale capacità di tratteggiare la psicologia dei personaggi nella sua opera, evidenziandone lati e caratteristiche con una sottigliezza e profondità che solo uno scienziato dell’animo umano può compiere.

Oltre a ciò possiamo dire che Dante un coach straordinario! Egli ci ricorda che la speranza non va mai perduta: perdere la speranza è la condanna alla dannazione eterna. Il professor Zimbardo, con la teoria della prospettiva temporale è, in un certo senso, la traduzione scientifica attuale di un concetto simile.

Inoltre potremmo definire Dante come “polisemico” o “poliglotta”, per la sua capacità di passare da uno stile narrativo all’altro, dall’aulico al popolare, dal senso metaforico a quello molto reale ed esplicito, rendendo tutto molto concreto e comprensibile, proprio come ha intuito la professoressa Forcella nell’ideazione e realizzazione del progetto  SicComeDante.

La capacità di parlare un linguaggio comprensibile a diversi interlocutori e di saper quindi raggiungere molte menti è ciò che in teoria dovrebbe guidare la scienza che, oltre a poter essere compresa da tutti dovrebbe avere anche una sorta di funzione ergonomica, cioè servire a trovare, oltre che spiegazioni, strumenti per affrontare le difficoltà.

Questo è ciò che fa la scienza psicologica ed è l’intento che sottende il progetto de “La Scienza di eccellenza”, che pone la scienza al servizio della comunità, la scienza declinata in tutte le sue aree, le sue forme, al fine di fornire lenti per leggere la complessa realtà che ci circonda, ma anche strumenti per affrontare i problemi che ognuno di noi trova sul proprio cammino.

Ed è proprio ciò che la Divina Commedia evidenzia, ed anche ciò che nell’incontro del 26 maggio è apparso molto chiaro attraverso i contributi scientifici dei vari ospiti. Si ricava infatti il profilo di un’opera somma che “parla” dell’essenza dell’essere umano e che, se letta nel suo insieme e non solo nei singoli canti, aiuta a trovare risposte alle grandi domande dell’esistenza.

Certo è ben vero che per far questo è importante una sorta di guida letteraria ed è quello che ha perfettamente intuito e realizzato la professoressa Laura Forcella che, in prosa, narra, dà voce e, quindi, svela, gli enigmi di questo capolavoro letterario che tutto il mondo ci invidia.

L’opera maggiore di Dante descrive la società in tutti i suoi aspetti e questo fa di Dante non solo uno scrittore, un pensatore, ma un uomo estremamente moderno che attraverso i suoi versi semina motivazione, esorta a non arrendersi, esorta a riflettere, esorta ad andare oltre le apparenze.

Allora ecco che l’opera di Dante, letta ad oltre settecento anni di distanza, non solo è moderna ed attualissima ma addirittura quasi anticipatrice e proattiva perché Dante da un lato ci aiuta ad andare oltre le apparenze, a sfatare i falsi miti o a riconoscere inganni. E noi sappiamo quanto ciò sia importante oggi, in un mondo in cui le fake news imperversano.

Ma Dante ci aiuta a predisporre delle chiavi di lettura e di interpretazione del reale che predispongano e sviluppino continuamente un’attenzione, una consapevolezza e un approccio “critico” e indipendente. In altre parole getta le basi della capacità di non essere facili prede della persuasione o delle influenze esterne

Dante, come molti altri prima, durante e dopo di lui (uno su tutti: Galileo e il suo: “eppur si muove”), scrisse in un’epoca in cui non poteva dichiarare esplicitamente certe sue convinzioni, certi suoi pensieri filosofici e politici, perché soggetto a censura e a punizioni severe in caso di dissenso. La sua opera quindi è piena di metafore, alcune oggi a noi incomprensibili perché ci mancano i riferimenti dell’epoca allo scopo di “lanciare” dietro alle immagini, alle similitudini, alle allusioni, dei messaggi ben precisi.

Ma il punto fondamentale non è tanto quello di comprendere tutti gli elementi, quanto quello di trarre l’insegnamento di non fermarci alla superficie, bensì di ricercare i dati profondi, esercitare un pensiero critico, non farci abbagliare da ciò che luccica (ogni riferimento alle fake news è puramente… intenzionale!)

Se tutto ciò non bastasse, l’opera di Dante è di una attualità incredibile anche perché anticipa i concetti di resilienza e di antifragilità, concetti di cui oggi sentiamo molto parlare.

A questo proposito è possibile rivedere una puntata de “La scienza di eccellenza” dedicata proprio a questo e tema e ritrovabile a questo link.

Il principio di antifragilità, descritto da Nassim Nicholas Taleb in un suo importante volume nel 2012, sta ad indicare la capacità umana non solo di resistere ai “colpi” della vita (quelli che Taleb definisce (“Cigno nero”) ma addirittura indica la capacità di uscire dai momenti neri, come persone rinnovate, più forti, cambiate positivamente. In altre parole il concetto di antifragilità sottende la capacità di trarne vantaggio maturo e costruttivo dagli agguati della vita.

Il cigno nero è la metafora dell’imprevisto, di ciò che ci travolge in maniera inaspettata la vita di ciascuno di noi, che spariglia le nostre carte, che ci mette in subbuglio, che cambia la nostra esistenza proprio perché non ci trova né pronti né preparati e quindi squilibra degli assetti che ritenevamo stabili.

Affrontare il cigno nero, ingabbiarlo, domarlo e, perché no, magari “farlo diventare bianco”, significa sapere reagire alla paura, cercare di cogliere nuove opportunità dall’imprevisto, capire che per gestire l’inaspettato occorre confrontarsi con la scienza, che ci offre strumenti per affrontare i momenti difficili.

Ma è proprio necessario addomesticare il cigno nero? Fare tanta fatica, affrontare tanto dolore per arrivare ad essere più forti e consapevoli?

Sì, ce lo insegna lo stesso Dante, perché ogni situazione di crisi, di devastazione, ogni trauma, diventano una sorta di passaggio attraverso cui scoprire ciò che di positivo c’è in noi, attraverso cui capire veramente chi siamo e come ciascuno di noi affronta le difficoltà e da questo gettare le basi per le scelte future, che possano poggiare su ciò che davvero sono le nostre necessità e i nostri reali desideri.

In quest’ottica generale la Divina Commedia dunque potrebbe essere considerata oggi una sorta di manuale di coaching: ci invita a non scoraggiarci, ci rassicura sulla necessità di attraversare il caos, l’incertezza, il disorientamento, lo smarrimento, la confusione e l’ignoto, e ci rassicura che attraversare il dolore e la paura ci porta ad entrare in contatto con le parti più profonde di noi stessi, scoprirne la vera forma e stupirci anche delle inaspettate potenzialità e, perché no? Delle nostre ricchezze personali.


Quindi l’opera di Dante ci insegna ad andare oltre il visibile, oltre i pregiudizi, oltre gli stereotipi, oltre i significati provenienti da abitudini consolidate.

Lo sa bene Carl Gustav Jung quanto sia difficile questo percorso che prevede: “Non c’è presa di coscienza senza sofferenza… Chi guarda fuori sogna, chi guarda dentro si sveglia”.

Dante e la sua opera quindi sono la metafora del viaggio dentro di noi e la metafora della fragilità umana di fronte all’incertezza e alla paura.

Ma il premio finale è il paradiso, ovvero l’innalzamento spirituale e mentale. Qualcuno direbbe… “scusatemi se è poco!”.

Nel ringraziarvi per l’attenzione vi ricordo il prossimo nostro appuntamento tra 15 giorni.

CHI E’ DORIANA GALDERISI?

Doriana Galderisi è padovana d’origine e bresciana d’adozione: lavora nel campo della psicologia da più di 27 anni con uno studio in via Foscolo, a Brescia. Esperta in: Psicologia e Psicopatologia del Comportamento Sessuale Tipico e Atipico, Psicologia Criminale Investigativa Forense, Psicologia Giuridica, Psicologia Scolastica, Psicologia dell’Età Evolutiva, Neuropsicologia. Esperta in psicologia dello sport iscritta nell’elenco degli psicologi dello Sport di Giunti Psychometrics e del Centro Mental Training. E’ inoltre autorizzata dall’ASL di Brescia per certificazioni DSA (Disturbi specifici di Apprendimento). E’ iscritta all’Albo dei CTU, all’Albo dei Periti presso il Tribunale Ordinario di Brescia e all’Albo Esperti in Sessuologia Tipica e Atipica Centro “il Ponte” Giunti-Firenze.

LEGGI TUTTE LE PUNTATE DELLA RUBRICA DI DORIANA GALDERISI CLICCANDO SU QUESTO LINK


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Ultimo aggiornamento il 18 Aprile 2024 06:34

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