(a.t.) “Ora riparte tutto da capo e, purtroppo, non è chiaro se riusciremo ad arrivare nella direzione giusta, che è quella di rispondere all’esigenza delle comunità gardesane di avere un nuovo depuratore”. A dirlo è il consigliere provinciale Gianluigi Raineri (Forza Italia), il solo a votare contro la cosiddetta mozione Sarnico durante la seduta di ieri, anche se a manifestare dubbi sono stati diversi esponenti della maggioranza (Andrea Ratti e Guido Galperti) e dell’opposizione (Giacomo Massa), usciti dall’aula prima del voto.
Come ormai noto, la questione è quella del vincolo – introdotto ieri a maggioranza – che impone di realizzare i nuovi depuratori solo nei territori che ne beneficiano, stabilendo per i progetti in essere (come quello del Garda) sei mesi di tempo per adeguarsi e concedendo scarse possibilità di deroga al nuovo vincolo.
“Sono rimasto e ho votato contro”, spiega Raineri, “per rendere evidente che non tutti sono d’accordo. Ritengo la mozione approvata molto pericolosa, perché non risolve nulla e complica solo la situazione. Acque Bresciane aveva già esaminato diverse soluzioni prima di arrivare al progetto Gavardo-Montichiari, che è risultato essere quello migliore dal punto di vista tecnico ed economico. E anche chi lamentava l’impatto dell’opera sul fiume Chiese rimarrà deluso: il nuovo progetto – a fronte del no veronese per Peschierà – dovrà comunque scaricare i reflui lì. Non sarà facile trovare una nuova collocazione in tempo utile, tanto più alla luce del fatto che dai Comuni sono già arrivati numerosi no”.
“Del progetto – incalza Raineri – stiamo discutendo da due anni. Certo c’è stato qualche problema di comunicazione e si sarebbe potuto lavorare fin dall’inizio con una progettazione condivisa dal basso. Ma ora si riapre tutto e sei mesi sono un tempo davvero esiguo per trovare nuove soluzione. Rischiamo di arrivare alla scadenza con un nulla di fatto e non è chiaro a che punto saremo quando scatterà la verifica di avanzamento lavori fissata dal ministero. Riusciremo a rispettare i termini? Da Roma hanno stanziato 100milioni, soldi che dovrebbero servire anche per la condotta sublacuale, visto che l’attuale versa in condizioni di usura e mancano solo cinque anni alla sua ‘scadenza’ tecnica. Sono molto preoccupato anche per questo”.
Raineri, quindi, sottolinea che ricorrere all’eventuale deroga non sarà facile (“si passerà dall’Aato e dall’assemblea dei Comuni”) e non esclude il rischio di azioni legali “da parte dei Comuni che potrebbero vedere leso un proprio interesse”.
“L’interesse di tutti – conclude l’esponente di Forza Italia – era di andare avanti su un progetto validato da Regioni e Ministero. E il ruolo della politica avrebbe dovuto essere – semmai – quello di chiedere sostanziose compensazioni ambientali per migliorare la situazione del fiume Chiese. Purtroppo – nella maggioranza soprattutto, ma anche in parte del centrodestra – hanno prevalso posizioni di difesa interessata dei propri territori. Ma in questo modo – chiosa – si mette a rischio il più grande intervento di depurazione che mai si farà nella nostra Provincia”.
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