Almeno 16 milioni di euro di frode al Fisco. Ma il dato complessivo potrebbe essere molto più alto. Con questa accusa sono stati indagati tre imprenditori operativi tra Brescia e Bergamo e un avvocato ungherese, accusati dalla Guardia di finanza di aver orchestrato un sistema per evadere le imposte.
Il metodo utilizzato dal sodalizio criminale sarebbe quello, ormai noto, delle delle fatture false e delle cartiere: società aperte ad hoc attraverso prestanome per far figurare spese inesistenti. Le società cartiere individuate dai militari sarebbero ben 21 (con titolari fittizi residenti in diverse città italiane), ma il dato totale potrebbe essere ben più elevato. Mentre i soldi, dopo diversi passaggi, finivano su conti correnti di società con sede nell’Est Europa, per poi tornare in Italia (dopo aver pagato un obolo del 5%) con corrieri che varcavano la frontiera nascondendoli nei doppi fondi delle auto.
Agli imprenditori sono stati concessi i domiciliari, mentre l’avvocato si trova in carcere a Bergamo. Complessivamente la Finanza ha sequestrato cautelativamente beni per 350mila euro.