

di Enrica Recalcati – Lho incontrato in molte occasioni Renato Borsoni per passioni comuni, per amicizia, per il teatro, per la presentazione di un suo libro. Ricordo quella volta che lo salutai al Grande entrando nel suo palchetto. Era lì, con la moglie, sorridente e cordiale, capace di farti percepire simpatia.
Un uomo dalle braccia aperte e lo sguardo dolcissimo, dallacuta sensibilità artistica, un artista a 360 gradi. Ha amato Brescia come si ama una bella donna, con sentimento e carnalità, cercando di coniugare, nel suo lavoro, utilità e bellezza.
Questa mostra è il giusto omaggio a un uomo giusto. Inaugurata il 3 marzo nella sede di AAb in Vicolo delle Stelle, presenta un percorso circolare del suo immenso lavoro e delle passioni civili e politiche. Brescia gli deve molto e oltre alla mostra sono previste anche due manifestazioni culturali in ricordo dellartista, un atto di civiltà e gratitudine nei confronti di tanto merito: il 2 marzo la presentazione del suo ultimo libro, terminato poco prima di morire Gente di Teatro avvenuta nella Sala Palcoscenico Borsoni del teatro Grande e un convegno di studi curato dal Ctb sabato 24 marzo in San Carlino.
La mostra realizzata su iniziativa di AAb, Fondazione Micheletti e con il contributo di A2A e Fondazione Asm, è un percorso/ricordo del tanto amato lavoro di Renato. Una figura culturale importante del Novecento bresciano, un talento poliedrico, capace di coniugare più linguaggi per relazionarsi col mondo. Senza limiti e senza impedimenti, con quella grande onestà e libertà intellettuale che gli ha permesso di affrontare anche temi delicati e difficili. La leggerezza che non è giustificazionismo, buonismo o superficialità, ma la capacità di planare dallalto sulle cose, rendere digeribile ciò che è difficile ascoltare.
La famiglia Borsoni e la Fondazione Micheletti hanno messo a disposizione parecchio materiale interessante. Pittura, design, comunicazione dimpresa, marketing, grafica editoriale, scrittura, teatro, governo di enti culturali, politica militante, giornalismo. Troviamo in mostra prove di pittore, ritratti di famiglia e autoritratti, manifesti che fecero epoca. Le campagne della Centrale del Latte, di Asm, Bipop, Motta valigeria, Gaeti, Sebino Cicciobello, Gioriz e le calze, il Metrobus, Sassabanek. I manifesti per i diritti civili realizzati per lAied, per il no all abolizione del divorzio del 1974, per celebrare l8 marzo e le pari opportunità al motto un peso e una misura, per il ventennale del 68 e quello del 1975, per ricordare la strage di Piazza della Loggia avvenuta un anno prima. Uomo di teatro, dal 1961 animatore con Mina Mezzadri della Compagnia della Loggetta, dal 1975 al 1988 direttore del Ctb. Lobbedienza non è più una virtù uno spettacolo teatrale del 1969 dedicato al pensiero di Don Milani con regia di Mina Mezzadri, dove Renato Borsoni faceva il narratore disegnando con la mano sinistra, essendo ambidestro, un manifesto che a fine serata gli spettatori potevano portarsi a casa.
La cultura non come patrimonio, ma azione, uno dei suoi motti, Ren agli inizi, come nome darte, e un senso innato della misura, la capacità di provocare per far riflette, colla giusta dose dironia. Mi guardo intorno sorridendo. Percepisco calore da ogni oggetto esposto. Un messaggio perpetuo di pace, di talento, di cui Brescia deve essere fiera.
LA SCHEDA
Renato Borsoni
studio darte nella pubblicità
Aab vicolo delle stelle, 4
dal 3 al 21 marzo 2018
dal martedì alla domenica dalle 16 alle 19,20
ingresso gratuito
catalogo in vendita a 10 euro
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