Complice lalta pressione e lassenza di vento, laria sulla Lombardia da inizio autunno è irrespirabile. La mancanza di precipitazioni ha favorito il ristagno delle polveri sottili che, unite alla nebbia, in questi giorni formano una cappa su tutta la pianura padana.
Secondo i dati delle centraline Arpa, la situazione peggiore si registra a Cremona, che nella giornata di sabato 14 ha toccato i 137 microgrammi per metro cubo e mantiene una media giornaliera di oltre 60 microgrammi da ottobre, a fronte di un limite di legge consentito di 50. Dallinizio dellanno sono ben 66 i giorni di superamento, contro i 35 ammessi. Si va verso il raddoppio della franchigia annuale, confermando una situazione ormai cronica. Cremona, però, si trova in cattiva compagnia, seguita a ruota da Bergamo con livelli di inquinanti di oltre il doppio sopra i limiti stabiliti dalla direttiva europea. Anche a Milano si respira male da ben 10 giorni senza tregua, con picchi di microgrammi per metro cubo di PM10 che superano i 100. Pavia e Lodi con una concentrazione di polveri sottili che ha raggiunto i 109 e i 112 microgrammi per metro cubo, segnano entrambe 11 giorni consecutivi di sforamento. Si salvano Sondrio, Lecco, Varese e Como.
In questo quadro Brescia ha raggiunto il nono giorno di sforamento consecutivo, il 57esimo da inizio anno, con un livello massimo di Pm10 rilevato di 98: il doppio del consentito dalla legge. Il blocco delle auto e le multe, ovviamente, proseguono. Ma si spera nella pioggia di domani.