“Basta con i paraocchi. Guardate avanti. L’errore è stato di non fare a pezzi quella orribile statua di Dazzi”. A scriverlo, su Facebook, è stato Massimo Minini, noto gallerista bresciano e presidente di Brescia Musei. Parole che fanno discutere, perché evocano per il Bigio lo scempio compiuto dai terroristi dell’Isis a Mosul, le cui immagini hanno fatto il giro del mondo.
La polemica si è accesa immediatamente, sempre via Facebook, ma presto arriverà anche in Loggia. “Credo che il Presidente della Fondazione Museale del Comune si esprima come un talebano o un militante dell’Isis – ha attaccato il consigliere comunale di Forza Italia Giorgio Maione (riportato uno screenshot del post di Minini) – e lo dico da persona che certo non guarda al ventennio cn nostalgia. Lunedi chiederò ai colleghi del Centrodestra di calendarizzare in Consiglio Comunale un documento per chiedere le dimissioni di questo personaggio ed iniziare una discussione istituzionale e non idieologica sul Bigio“.
Insomma: lo scontro sul Bigio torna in consiglio comunale.
Sulla polemica è intervenuto anche il consigliere regionale della Lega Fabio Rolfi, invocando anche lui le dimissioni di Minini.
Ha ragione, gli emblemi del fascismo vanno distrutti, come fecero con quelli nazisti.