MOSTRAMI UNA MOSTRA/19. Il Giappone, ma quanto ci piace!
di Enrica Recalcati Un evento finito domenica 2 aprile 2017, del quale mi sento di scrivere per la rilevanza che ha avuto. Uno scambio di passioni, umori, tradizioni che non può che far del bene, perché solamente il confronto fra culture arricchisce e rende liberi.
Per questo mi prendo la libertà di parlarne e per questo mi sento fiera di Brescia che cresce, che si apre, che finalmente fa un passo fuori dalla porta di casa.
Esiste un precedente botanico importante che ci unisce al Giappone. Aver piantato il seme (più semi!) dellalbero di kaki sopravvissuto alla bomba atomica della seconda guerra mondiale. Un seme che ha fatto la pianta e ora, insieme ad altre piante, ombreggia nelle nostre terre. Un bel simbolo e per questo abbiamo ricevuto dai rappresentanti nipponici il riconoscimento di gratitudine.
Da cosa nasce cosa. Per due giorni si aprono le porte del Museo Diocesano ai piedi di uno dei ciliegi più grandi dItalia e si festeggia Hanami, la contemplazione dei ciliegi in fiore come simbolo di rinascita e nuova vita, una fioritura che dura pochissimo, ma di una bellezza straordinaria. Giappone nel chiostro il titolo della kermesse, iniziata nel 2006, per accogliere la cultura e le tradizioni giapponesi.
In centinaia hanno reso omaggio alliniziativa che prevedeva parecchie occasioni di svago e intrattenimento.
Sakura no ame una pioggia di fiori di ciliegio realizzata da Serena Franceschini; stretching dei meridiani; i laboratori Narrando per narrarsi dal monte Fuji allOlimpo; i disegni manga; gli origami; la conferenza di medicina orientale olistica; la sfilata di cani Alkita Inu; la proiezione del film Ukon il Samurai; la vestizione del Kimono; le varie esibizioni di arti marziali. Mostre di libri e poesia come Haiku curata da Irene Todaro, degustazioni di cibo e bevande. Una sala da the con varietà tipiche, come il Genmaicha Yama o lo Sencha Ariake, dal gusto speziato e aromatico.
Madrina della manifestazione Jun Ichikawa attrice nipponica, diretta da Ermanno Olmi e Dario Argento, che indossando uno splendido kimono da sposa del 1800, ha salutato ufficialmente i presenti alla manifestazione. Doppiatori di cartoons, presentatori, scrittori, si sono alternati sul palco dellorganizzazione, dopo i saluti di Don Giuseppe Fusari e Paolo Linetti. Mi avvicino ad una delle bancarelle tipiche e ammiro le bambole in legno dai mille colori. Siccome sono una incorreggibile curiosa chiedo alla venditrice alcune spiegazioni. Mi dice: «Le Kokeshi sono un tipo di bambole tradizionali giapponesi, originarie della regione di T?hoku. Realizzate manualmente in legno, hanno un busto semplice cilindrico e una larga testa sferica. Una caratteristica delle bambole Kokeshi è la mancanza di braccia e gambe. All’inizio del Novecento divennero talmente famose, che in Russia furono prese a modello dall’inventore della prima matrioska. Oltre a ornare le case giapponesi, sono ritenute di buon auspicio contro la cattiva sorte». Sono rapita e vorrei acquistarne una. Mi piacciono i due vecchietti in costume tipico portatori di longevità, ma poi acquisto una meravigliosa tazza, scritta e decorata con un pesce blu, da regalare a mia figlia. Insomma un mercato tentazione, impossibile resistere!
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