Nessun tentativo di suicidio ma una deliberata aggressione con l’intento di uccidere la moglie. Nelle motivazioni della sentenza di condanna depositata dal giudice Maria Chiara Minazzato, con le quali A.S. è stato condannato a 14 anni di carcere, si legge chiaramente il disegno criminale che ha portato Pinky, la giovane donna indiana bruciata con l’acido a novembre del 2015, ad avere cicatrici gravi e permanenti. Sul corpo e nell’anima.
Una delle tesi difensive dell’uomo era che la moglie si fosse data fuoco da sola alla notizia che lui voleva lasciarla. Testimonianze sui maltrattamenti ricevuti da Pinky, e dai suoi figli, hanno invece fatto intendere il contrario. Nella sentenza si legge infatti che i maltrattamenti subiti dalla donna erano volti “sistematica sottomissione/umiliazione della moglie, favorite dalla dipendenza dallalcool dellimputato”. Secondo il giudice, dunque, Ajaib Singh non merita attenuanti.